
Medici Firenze: “5 anni dopo lockdown abbiamo imparato poco”
Firenze, 8 marzo 2025. "Cinque anni dopo l'inizio del lockdown italiano, il nostro sistema sanitario si mostra ancora vulnerabile. La pandemia mise in luce non solo il coraggio e l'impegno dei nostri operatori, ma anche le lacune strutturali che purtroppo finora non sono state affrontate con decisione. Come Paese abbiamo imparato poco dalla pandemia e il servizio sanitario nazionale continua a soffrire a causa di scelte politiche miopi”. A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze, in vista dell’anniversario del lockdown italiano, scattato il 9 marzo 2020. "Le decisioni prese negli ultimi decenni, come il drastico taglio dei posti letto, il tetto alla spesa per il personale e il blocco della contrattazione collettiva, hanno impoverito il sistema – dice Dattolo -. Queste misure, unite all’inerzia nell’introduzione di miglioramenti nel sistema della medicina territoriale, hanno lasciato il SSN incapace di adeguarsi alle crescenti esigenze della popolazione, trasformando ogni crisi in un'opportunità mancata per il cambiamento”. "Il futuro del Servizio Sanitario Nazionale dipende da scelte coraggiose e strutturali. È indispensabile abbandonare politiche a breve termine e misure simboliche per investire concretamente nel potenziamento delle risorse umane e infrastrutturali, in particolare sul rafforzamento della sanità territoriale che richiede un piano nazionale - spiega il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze –. Dobbiamo ripensare il sistema in modo integrato, eliminando disparità e garantendo condizioni di lavoro adeguate per i medici, affinché il SSN possa rispondere realmente alle esigenze della nostra popolazione." "Si discute molto dell'abolizione del numero chiuso all’Università come se bastasse a risolvere i problemi della formazione medica. Tuttavia – continua Dattolo – formare più medici non è sufficiente se non c'è un piano concreto per assorbirli nel sistema pubblico. Senza condizioni lavorative dignitose e un'effettiva strategia di assunzioni, rischiamo una nuova fuga di cervelli verso il privato o l'estero, accentuando il divario tra offerta formativa e reale assorbimento." Dattolo infine fa un breve focus sulla Toscana. "La qualità del sistema toscano è stata confermata anche dall’ultima indagine Agenas e noi ne siamo felici. Ma ciò non significa che vada tutto bene: basti pensare alle liste d’attesa che continuano ad essere troppo lunghe e alle problematiche che anche nella nostra regione affliggono la medicina d’urgenza e altre specialistiche mediche. C’è chi propone l'abolizione delle tre Asl per tornare a un assetto organizzativo preesistente, ma credo che sia una discussione che ci porta fuori strada rispetto alle vere sfide che ci attendono”.