di Manuela Plastina
Alcuni professionisti del Meyer in queste ore stanno operando ininterrottamente in un ospedale di Abu Dhabi alcuni bambini vittime del conflitto israelo-palestinese: sono partiti qualche giorno fa per una missione congiunta tra l’ospedale pediatrico e il Gaslini di Genova con l’obiettivo di dare cura, salute e speranza a tanti piccoli rimasti gravemente feriti nella Striscia di Gaza.
Gli specialisti dei due ospedali pediatrici italiani, atterrati nei giorni scorsi, hanno già preso in carico i primi bambini: hanno situazioni ortopediche complesse a causa delle ferite di guerra e di crolli legati ai bombardamenti. Del team fa parte anche il primario dell’ortopedia e traumatologia nonché ortopedia oncologica pediatrica del Meyer, il professor Giovanni Beltrami. "Fare il chirurgo ortopedico di casi pediatrici complessi – ci racconta dalla struttura ospedaliera di Sheikh Khalifa Medical City dove sta operando in questi giorni – è un mestiere che si può fare solo se accompagnati da una grande passione e ricerca di umanità. Incontrare bimbi dilaniati dalla guerra, qualunque essa sia, è un’esperienza unica e toccante".
Avere tra le mani il futuro di questi bambini colpiti duramente dalla guerra, sottolinea, è una responsabilità grande che fa riflettere. "Ti chiedi perché tutto questo debba succedere e come mai il genere umano debba ancora avere bisogno di arrivare a questo. I civili sono inermi, quindi sono appunto vittime innocenti e senza possibilità di reazione: bimbi dolcissimi che non potranno più camminare, sottoposti ad interventi multipli, spesso orfani; bimbi che ti sorridono ugualmente, che ti mandano un bacino; bimbi e famiglie residue con grande dignità e fiducia. Ognuno può fare qualcosa per aiutare. E questo è il mio modo".
Ne stanno passando tanti sotto gli occhi e le mani attente e esperte dell’equipe di cui fa parte anche il dottor Giorgio Marrè Brunenghi, direttore dell’ortopedia dell’Istituto Gaslini e per il Meyer di Laura Milli, infermiera esperta di sala operatoria ortopedica.
"Ne abbiamo visti molti – sottolinea il professor Beltrami - anche già operati e in trattamento da parte dei medici degli ospedali degli Emirati. Sono tutti casi complessi con turbe fisiche e psicologiche assolute. La macchina della solidarietà è partita tra le mille difficoltà che la guerra ti pone davanti e siamo contenti di aver partecipato a questa missione".
Orgoglioso del lavoro dei suoi professionisti anche il direttore generale dell’AOU Meyer Paolo Morello. "Abbiamo già curato 12 piccoli provenienti da Gaza nei nostri reparti fiorentino e adesso siamo orgogliosi di poter portare il nostro aiuto anche negli Emirati Arabi, a tutela dell’universale diritto alla salute di ogni bambino. La preziosa collaborazione con l’Istituto Gaslini in una missione tanto importante, ci permette di unire le nostre professionalità e competenze al servizio delle piccole innocenti vittime del conflitto".