Più applausi (virtuali) che fischi (altrettanto) al progetto della nuova pista di Peretola, una sufficienza complessiva (e sorprendente) per la Firenze-Pisa–Livorno che stando alle cronache parrebbe assai più croce che delizia per i pendolari toscani e una platea spaccata sull’ipotesi di introdurre sull’arteria il pedaggio per i tir e, soprattutto, un occhio diverso e più sensibile alle tematiche ambientali.
È il quadro che emerge dal sondaggio di Emg Different commissionato da Toscana Tv in vista delle prossime elezioni regionali e che contiene anche un ampio capitolo relativo all’opinione dei toscani sulle grandi opere in divenire e da realizzare.
Partiamo dalla domanda più generale, quella relativa all’importanza delle grandi opere infrastrutturali per il futuro del Granducato. Il 26% degli intervistati le ritiene ’molto importanti’, sono ’abbastanza importanti’ per il 63%, ’poco’ per il 9% e ’per nulla’ per il 2%. Chiaro dunque che per nove intervistati su dieci serve un cambio di passo per provare ad allineare la Toscana alle ricche regioni del nord rispetto alle quali, a livello infrastrutturale, è ancora abbastanza indietro.
Un esempio chiave? Firenze e Prato. La prima con 365mila residenti e la seconda con 198mila sono, sebbene divise da una manciata di chilometri appena, collegate male e in modalità ’andamento lento’.
Per quanto riguarda le opere più urgenti si registra un’attenzione nuova e molto forte alle tematiche ambientali. In testa con il 44% ci sono infatti le ’opere idriche e di prevenzione del dissesto idrogeologico’. Facile intuire che i recenti drammatici avvenimenti legati al maltempo estremo, l’alluvione di Campi e della Piana nel novembre 2023 su tutti, abbiano spinto a una riflessione collettiva sulla necessità di mettersi al riparo da un clima impazzito.
Al secondo posto (36%) troviamo autostrade e superstrade. La zona più ’debole’ ad oggi resta la costa con i collegamenti da nord a sud e viceversa rimasti indietro. Terzo posto per alta velocità e linee ferroviarie (22%) seguite subito dopo dallo sviluppo dell’aeroporto fiorentino di Peretola (20%). Il porto di Livorno e i suoi ammodernamenti sono stati segnalati dal 18% degli intervistati e la tramvia Prato-Campi Bisenzio, funzionale a tutta la Piana e all’ingresso e uscita a nord da Firenze, dal 16%. Il restyling del Franchi sembra godere di un appeal assai realtivo. Totalizza appena il 6%. Chiude la voce ’altro’ con il 4%.
E veniamo alla vera sopresa del sondaggio, quella che riguarda appunto la Fi-Pi-Li, funestata da incidenti continui, ingorghi paurosi e disagi assortiti. Eppure alla domanda secca ’Se dovesse dare un voto sullo stato di questa tratta quale sarebbe?’. Il 17% dei toscani dà un voto compreso tra 8 e 10, il 34% tra 6 e 7 (ergo sufficienza piena), il 35% tra 1 e 5 e il 14% preferisce non rispondere. Soddisfatti dunque il 51% degli inervistati.
L’introduzione di un pedaggio per i mezzi pesanti in modo da spalmare il traffico dei tir anche sulla Firenze-mare alleggerendo la Fi-Pi-Li – opzione più volte sollecitata dal governatore Eugenio Giani (ma che trova ancora resistenze anche all’interno dello stesso Pd) è vista di buon occhio dal 35% degli intervistati. I contrari sono il 33% e gli indecisi il 32%.
Veniamo infine alla tramvia Prato-Campi Bisenzio. Due sul tavolo le ipotesi. Una prevede il passaggio dei tram da via Vittorio Veneto, via Tacca, via Valentini e lungo la declassata, accanto alla carreggiata fino al Pecci. L’altra, preferita dalla Regione, da via Vittorio Veneto, via Tacca, via Ferrucci e viale della Repubblica. La prima ottiene una percentuale del 36%, la seconda, che collegherebbe Campi con Prato centrale si ferma al 22%. Ben il 42% degli intervistati risponde ’non so’.