REDAZIONE FIRENZE

Meyer L’inchiesta si allunga La procura vuole ancora tempo

Proroga dell’indagine sui concorsi al pediatrico. Sul dg Zanobini pende da mesi una richiesta di interdizione

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Aspettavano la risposta del giudice sulle richieste di misura interdittiva depositate ormai prima dell’estate, e invece è arrivata una proroga delle indagini. L’inchiesta sul Meyer, costola della più ampia "concorsopoli" che investe la vicina azienda universitaria ospedaliera di Careggi, va avanti: in attesa delle risposte attese dal gip Angelo Pezzuti, la procura ha chiesto altri sei mesi, durante i quali attendere anche l’esito delle potenziali misure, su cui ancora gli uffici del tribunale non hanno sciolto la riserva. Sono complessivamente dieci gli indagati in questo filone, ma per tre di questi (il dg del pediatrico, Alberto Zanobini, e i prof Paolo Bonanni e Chiara Azzari), i pm Tescaroli e Nastasi hanno chiesto una sospensione dal proprio ruolo della durata di dodici mesi per il primo, e di nove per gli altri due.

Secondo le accuse, Zanobini, Azzari e Bonanni si sarebbero accordati per il cofinanziamento Università-Meyer di un posto da ordinario in pediatria generale, cattedra che sarebbe stata destinata alla progressione di carriera della professoressa associata Lisa Galli (non indagata), già in organico al pediatrico. Azzari, in qualità di presidente della commissione, è ritenuta la "istigatrice, intermediaria e garante" del patto tra i due enti, con Zanobini nella veste di "pubblico ufficiale corrotto e proponente l’accordo", e Bonanni di "corruttore". In cambio di questo accordo, Bonanni avrebbe promesso un posto da ricercatore a tempo determinato di tipo ’A’ "in assenza di alcuna necessità didattica". ù

A Zanobini, difeso all’avvocato Filippo Cei, vengono inoltre contestati alcuni abusi d’ufficio, sempre nell’ambito di concorsi banditi al Meyer. Uno è quello di oncologia medica, il cui ruolo di ordinario sarebbe finito al professore Massimo Dominici (non indagato), che, il 7 agosto 2018, vinse su altri due pretendenti, l’associato Paola Queirolo e il dottor Angelo Di Leo (anch’essi estranei alle contestazioni). Secondo la ricostruzione della finanza, sempre Zanobini, prima ancora di assumere il ruolo di dg, avrebbe “lavorato“ con altri indagati, l’ex rettore Dei e i “baroni“ Poggesi, Bechi e Carini, per cucire un bando su misura e trovare una commissione adeguata. Il 15 gennaio 2018, Antonino Morabito (indagato) divenne associato di chirurgia pediatrica e infantile, battendo Claudio Spinelli (non indagato), ma anche questo concorso, secondo la procura, sarebbe stato “profilato“ sul candidato prestabilito. Infine, il concorso di associato di urologia, assegnato il 3 dicembre 2020 al professore Francesco Morini davanti a Marco Chionzoli (non indagati).

Nel mirino degli investigatori è finito anche il concorso vinto da Lorenzo Masieri, il decimo indagato. Tra le tante procedure concorsuali esaminate dalla guardia di finanza, spicca anche il “bando bis“ che sarebbe stato fatto appositamente per Franco Trabalzini (indagato nel filone Careggi): nel 2020, correndo con altri otto candidati, non aveva ottenuto la cattedra di otorinolaringoiatria. Due anni dopo, lo stesso concorso è stato nuovamente bandito, ed è stato l’unico pretendente.

Sponda Careggi. Anche sul dg di Careggi, Rocco Damone, pende una - seppur datata - richiesta di misura interdittiva di 11 mesi. Dopo un ping pong di decisioni e ricorsi, a febbraio il Riesame affronterà nuovamente la sua posizione. Ad opporsi alla misura, ci sarà il suo legale, Francesco Maresca.