REDAZIONE FIRENZE

Studenti aggrediti davanti al Michelangelo. La preside: "Coinvolte persone estranee alla scuola”

Parla Rita Gaeta, dirigente scolastico del liceo

Un fermo immagine del video dell'aggressione davanti al liceo Michelangiolo di Firenze

Firenze, 18 febbraio 2023 – “Tutto è accaduto davanti alla scuola, non dentro e sono stati coinvolti nostri studenti e una nostra insegnante. Appena ho saputo ho chiamato la Digos che al momento sta acquisendo le informazioni da parte della docente e degli studenti coinvolti”.

È quanto spiega Rita Gaeta, dirigente scolastico del liceo Michelangelo di Firenze, in merito a quanto accaduto stamani davanti alla scuola, in via della Colonna. "Mi hanno spiegato che nostri studenti sono stati aggrediti. Sarebbero coinvolte persone estranee alla scuola. E l'insegnante è intervenuta vedendo cosa stava accadendo”.

Da quanto è stato ancora spiegato dalla dirigente, a essere aggrediti due studenti maggiorenni che fanno parte del Collettivo Sum del liceo. “Chi fossero gli altri esterni non lo so. La Digos sta facendo accertamenti". 

Anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra, commenta l’episodio: "Che degli studenti subiscano un'aggressione violenta davanti ad un liceo da un gruppetto di fascisti non è accettabile nel nostro Paese. Ai ragazzi colpiti la nostra solidarietà. Quello che avvenuto stamani a Firenze al liceo Michelangiolo è gravissimo e non può essere derubricato a rissa".

"Una vera e propria spedizione punitiva - prosegue il leader di SI - verso degli studenti del collettivo di quella scuola: ora gli squadristi siano assicurati alla giustizia, sia individuato il gruppo organizzato di cui fanno parte ed eventuali agganci politici. Alla politica e alle istituzioni, di Firenze e non solo, spetta il compito di respingere ed isolare i tentativi sempre più diffusi di riorganizzazione dell'area neofascista, che pensa di essere impunita. Le organizzazioni neofasciste, lo ribadisco ancora una volta, devono essere sciolte, e le sedi da cui partono le spedizioni punitive devono essere chiuse. Su questa vicenda - conclude Fratoianni - presenteremo subito un'interrogazione al ministro dell'interno".