
Il liceo classico Michelangelo
Firenze, 19 dicembre 2015 - "Vi racconto una storia, una storia fatta di fatica, paura, rabbia, tristezza: la storia della mia classe". Inizia così la lunga lettera di uno studente della terza D del liceo classico Michelangelo. Un ragazzo coraggioso, che ha deciso di pubblicare sul ‘Miche post’, il giornale mensile degli allievi di via della Colonna, il suo "grido straziante di rabbia e di dolore", che poi altro non è che «una supplica a migliorare questo liceo, o comunque una parte di esso». Parole scritte col cuore che hanno fatto subito il giro della rete, tramite le condivisioni sui social. E per lo studente si è riversato un fiume di affetto, di comprensione, di stima. Ma cos’è successo alla terza D? "Eravamo partiti in 28. Adesso siamo 10".
Succede tante volte, per carità, soprattutto nei licei classici. Ma lo studente vuole raccontare per filo e per segno questi anni, durante i quali ha perso per strada tanti compagni di viaggio. "Era il 2013 – scrive il giovane -. E noi 28 iniziammo ad approcciarci agli studi classici, con le fisiologiche e normalissime difficoltà che a tutti si presentano il primo anno davanti a materie complesse e difficili come greco e latino. Nessuno ci insegnò il metodo di studio, poiché «dovevamo costruircelo da soli». Alcuni ci dissero che dovevamo aprire i libri, leggere una frase e «ripeterla fino alla nausea. Fu così che a giugno della prima bocciarono quattro ragazzi, ma se ne erano andati prima due durante l’anno". Poi, continua la lettera, "nei primi mesi della seconda cambiarono scuola altri compagni ancora. Ma mentre noi soffrivamo, mentre squillavano questi primi campanelli d’allarme, i professori continuavano a crogiolarsi nell’indifferenza, rifiutandosi di accettare il fatto che molti cambiavano per colpa loro. Si rifiutavano di sforzarsi ad appassionare gli studenti alla loro materia, a far amare a noi ciò che sapevano meglio, e cioè la loro materia".
Parole pesantissime, che hanno fatto infuriare non poco la preside Patrizia D’Incalci, che due giorni fa ha convocato lo studente e una sua compagna, ‘rea’ di essersi schierata a favore del giovane sempre con un post su Facebook. Ieri, assemblea studentesca durante la quale la dirigente, che non ha voluto parlare in alcun modo col nostro giornale, ha cercato un confronto coi suoi allievi.