
Lo scrittore Michele D’Ignazio
Nell’ambito del progetto dell’Unione dei Comuni del Mugello "Un Monte di Libri", abbiamo incontrato Michele D’Ignazio, autore di "Fate i tuoni" (Rizzoli, 2024).
Come è nata l’idea di questo libro? "Mi piace ascoltare le storie. I racconti degli anziani. Un giorno una prof. mi raccontò di uno sbarco nel 1997 di quasi mille profughi curdi a Badolato. Grazie a loro il paese si ripopolò".
Come possiamo contrastare lo spopolamento dei piccoli centri? "Per evitarlo bisognerebbe potenziare il trasporto pubblico, sostenere l’agricoltura e allevamento, incentivare il turismo responsabile".
Lei scrive: "Il tempo segna chi non sogna". Perché ha scelto per protagonisti Zaira e Murad, nostri coetanei? "Da piccolo ero un grande sognatore. Mi è sempre piaciuto viaggiare e penso che scrivere e leggere permette di andare lontano con la fantasia. I protagonisti del mio libro hanno un sogno: Zaira vuole salvare le tartarughe perché ama il mare del suo paese, mentre Murad vuole parlare all’ONU a nome di tutti i bambini del mondo, per chiedere pace e diritti".
Lei ama giocare con le parole: che cosa sono le "parole-conchiglia"? "Sono parole che ne contengono altre. Ad esempio ’abbandonato’ al suo interno ha altri due vocaboli: ’donato’ e ’nato’. Mi piace l’idea che una parola che evoca tristezza diventi una parola piena di speranza".