Sono gli invisibili di Firenze, persone che vivono ai margini con pochi euro ma che non hanno perso la dignità. Come Michele, 72 anni: ha due lauree, doppio passaporto, parla tre lingue ed è di una cultura sconfinata. Però, dopo una vita passata a fare il veterinario, è costretto a vivere con una pensione di 580 euro. Michele Zitarosa non è tipo da perdersi d’animo: l’altra laurea è in Scienze umanistiche, e sa prenderla con filosofia, tanto per sdrammatizzare. E poi è un fine conoscitore di arte, storia e letteratura. Così per integrare, ogni giorno, dall’alba al tramonto, lo trovate alla Passerella delle Cascine con il suo piccolo mercatino di libri, quadri, oggettistica di seconda mano.
Michele nel rione lo conoscono tutti: non solo perché da lui puoi trovare quel libro introvabile, quel dipinto che altri volevano buttare e andrà a colorare il tuo salotto; ma soprattutto perché con il suo carattere mite e il suo aspetto dimesso, non ti aspetteresti la sua cultura sconfinata: può discettare dal Risorgimento ai Savoia, dalla medicina, alle guerre, a Cattaneo. Lui, italoamericano, incarna perfettamente quel ponte pedonale che unisce due quartieri così diversi, Isolotto e Cascine, quel percorso di una vita sospesa tra le due culture ai lati opposti del quarantesimo parallelo. "Sono nato a Brooklyn, New York, da immigrati lucani – inizia a raccontare Michele – Mio padre, muratore, dovette smettere di lavorare a 58 anni per l’ernia al disco; ma aveva fatto la Campagna d’Africa dove prese malaria, tifo e pleurite, perciò gli dettero anche la pensione di guerra. In più aveva fatto anche il sindacalista e così alla fine, con tre pensioni, potei fare il college e mi sono laureato in Scienze umanistiche. Per la laurea in Veterinaria invece tornai in Italia, alla Federico II di Napoli, perché costava meno: nelle università di Stato è difficile entrare, mentre una buona privata che trovi lavoro subito costa centomila dollari. Poi ho fatto il veterinario a Ravenna, lavoravo a metà tempo. La prima botta fu la minimum tax di Amato. I miei genitori invecchiavano sempre di più, aggiunga la crisi del 2007 dove persi il lavoro, per un periodo. Ma andai in depressione. Così a 57 anni la pensione con la minima, l’anno scorso avevo il reddito di cittadinanza ma in quello di inclusione non rientro per appena 400 euro. Pago 141 euro di affitto, ma per un problema con un coinquilino, purtroppo deceduto, mancano delle quote, che devo pagare aggiuntivamente a rate".
E così si è reinventato: "A parte quando fanno 40 gradi e sotto il sole non ci si sta, mi trovate sempre. Sono un amante dell’arte, so cose di Firenze che neppure i fiorentini sanno, e amo leggere e scrivere poesie, ho conosciuto Luzi una volta – confida –. Così ho messo a frutto queste competenze. E nel quartiere tutti mi vogliono bene". "Parlo italiano, inglese e spagnolo… più quasi tutti i dialetti d’Italia – scherza e poi fa appello – Non posso più fare il veterinario perché non sono più iscritto all’albo, e sono troppo vecchio per il mercato italiano, ma mi propongo come interprete in cliniche che lavorino con i turisti".