TERESA SCARCELLA
TERESA SCARCELLA
Cronaca

Mille in lacrime per l’addio a Ele: "Non dimenticheremo il tuo sorriso". Il babbo esce sorretto dai parenti

Chiesa gremita per il saluto alla giovane mamma uccisa dal compagno, presenti anche i genitori di Innocenti

Chiesa gremita per il saluto alla giovane mamma uccisa dal compagno, presenti anche i genitori di Innocenti

Chiesa gremita per il saluto alla giovane mamma uccisa dal compagno, presenti anche i genitori di Innocenti

di Teresa Scarcella

"In 22 anni di amicizia abbiamo condiviso tutto, gioie e dolori. Allora perché non sono riuscita a percepire niente? Non mi avevi raccontato o anche tu non avevi capito?". Caterina Parrini, migliore amica di Eleonora Guidi, 34enne di Rufina uccisa sabato scorso dal compagno Lorenzo Innocenti, prende parola al funerale per dare voce a quelle domande che in questi giorni perseguitano chi conosceva bene la giovane mamma. Domande che ronzano nella testa, nel silenzio della propria intimità, e risuonano nell’oratorio di Rufina davanti a un migliaio di persone venute a dare l’ultimo saluto alla loro ’Ele’.

Occhi rossi e pieni di lacrime guardano le spalle di mamma Cristina, babbo Giovanni e della sorella Elisabetta. Li proteggono mentre si lasciano andare a un pianto disperato. Il dolore è così forte che il padre di Eleonora non riesce a rimanere seduto per tutta la durata del funerale e viene accompagnato fuori sotto braccio da altri parenti; mentre la sorella si defila prima della fine perché "il piccolo si è svegliato". Davanti alla foto sorridente di Eleonora, a poche sedie di distanza, ci sono anche i genitori di Innocenti, in lacrime e in rispettoso silenzio ascoltano le parole di don Luca Meacci. "Quanto accaduto deve infondere in noi la consapevolezza di educare ed educarci al bello. Dobbiamo liberarci da tutto ciò che è violenza. Dobbiamo rifiutarla. Percepisco la vostra rabbia, lo sconcerto, ma vorrei dirvi, non fatevi vincere dalla disperazione e dalla rabbia. Sappiate dialogare, costruite relazioni incentrate sul rispetto".

Fuori il piazzale gremito di cappucci e ombrelli, al riparo dalla pioggia. Tristezza e disorientamento. Nessuno di loro sa darsi una spiegazione. "Ho letto sui giornali ’chissà cosa accadeva fra quelle quattro mura’, io che ho passato tanto tempo insieme a voi in quelle quattro mura, posso dire che nonostante gli screzi e la stanchezza vi trovavo sempre sereni - continua Caterina - Sabato scorso eravamo a cena tutti insieme, ridevamo, stavamo programmando le ferie. Forse non riuscirò mai a capire cosa sia successo veramente, ma ti prometto che parlerò di te, del tuo sorriso, della tua bontà. Ti aprivi con pochi, ma a quei pochi davi tutto. Ci siamo scelte come sorelle, eravamo io e te e ci bastavamo. Hai avuto solo una colpa, quella di aver amato troppo. Ciao amica mia, ciao zia Ele. Sempre per sempre dalla stessa parte ci troverai".

"Com’è possibile? - si chiede un’altra amica, psicologa - purtroppo lo è. Sai Ele, la sofferenza mentale, quando è così grave, quando porta a dei gesti così estremi, può essere subdola e nascondersi in una frase o in un gesto apparentemente banali. Non essere severa con te stessa, non siamo stati programmati per immaginare che una persona che abbiamo amato così tanto possa farci così male e anche quando ci arriviamo, c’è sempre una parte di noi che spera di sbagliarsi". "Non doveva andare così, da oggi siamo più soli" aggiungono i colleghi della ’Pm service’.

Anche il sindaco, Daniele Venturi, viene pervaso dalla commozione: "Difficile trovare le parole giuste. La sua morte è una tragedia enorme. Non ho mai sentito così tanto dolore. Ora è il momento del cordoglio e del rispetto per le famiglie che stanno attraversando questo momento - si rivolge alla sua comunità -. Dobbiamo continuare a pensare ad Eleonora, a occuparci di suo figlio. Dobbiamo essere una comunità educante e non giudicante, Eleonora dovrà essere la luce che ci guida in questo percorso. Non dimentichiamoci di lei".