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Mini gabbie per cani in Toscana, fa discutere una mozione del Consiglio Regionale. Gli animalisti: "E' una vergogna"

Le associazioni animaliste insorgono: diffidata la giunta regionale affinché non proceda alla revisione della legge regionale modificando in negativo le misure minime di detenzione dei cani. L'on. Brambilla: "E' una vergogna anche solo pensare a una cosa del genere"

Cani in gabbia

Firenze, 15 novembre 2014 - Fa discutere la mozione del Consiglio Regionale della Toscana che chiede la revisione della legge regionale 59/2009 modificando in negativo le misure minime di detenzione dei cani di proprietà nei canili privati. Dopo la diffida inviata la settimana scorsa alla Giunta da Lav, Enpa e Lega Nazionale Difesa del Cane, arriva anche la dura condanna dell'ipotesi contenuta nella mozione da parte della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente (Leidaa), per bocca della sua presidente, l'on. Michela Vittoria Brambilla. "Cani da caccia in gabbie per animali da laboratorio - ha tuonato l'on. Brambilla -? È una vergogna anche solo pensarlo, come stanno facendo in Toscana".

L'ex ministro commenta in una nota il testo della mozione n. 805 approvata nelle scorse settimane dal consiglio regionale della Toscana: "Desta sempre sorpresa, nonostante anni di consolidata esperienza il grado di asservimento alle lobby venatorie cui le Regioni possono arrivare. La giunta toscana, già diffidata dalle associazioni animaliste, rischia di battere (per ora) ogni record, se accoglierà la richiesta avanzata in una mozione approvata dal consiglio il 24 settembre scorso: modificare il vigente regolamento regionale per consentire ai cacciatori di tenere cani in box di 2-4 metri quadrati, prendendo come punto di riferimento i parametri fissati dalla famigerata direttiva europea 2010/63 sulla 'protezione' (si fa per dire) degli animali utilizzati a scopi scientifici". "La mozione approvata, incredibilmente - prosegue l'on. Brambilla -, fa esplicito riferimento alle condizioni di custodia di una muta di cani da cinghiale, risultate ai controlli non conformi al regolamento regionale. Conclusione: per non disturbare le doppiette, va cambiato il regolamento, che prevede da 4 a 8 metri quadrati per cane, secondo i criteri di una direttiva destinata agli animali da laboratorio!". "Mi auguro - conclude - che la giunta toscana non avalli questo duplice attentato alla logica e al benessere degli animali. Se poi il presidente Rossi ha bisogno di documentarsi, possiamo chiuderlo in una gabbia di quattro metri quadrati. Così valuterà personalmente l'effetto che fa".

Se la revisione della legge regionale 59/2009 sarà attuata, come richiesto con la mozione n. 805, decine di migliaia di cani in tutta la Regione, principalmente quelli adibiti alla caccia, potranno trascorrere la vita anche in soli 2 metri quadri, in relazione al proprio peso. 

Il testo della mozione ha sollevato lo sdegno di tutte le associazioni animalisti che sottolineano quanto gli spazi di detenzione a cui la Regione Toscana intende fare riferimento sono infatti quelli della normativa europea 2010/63/EU, che vale però per i soli laboratori di vivisezione, perché relativa agli animali utilizzati a 'fini scientifici', e disciplina le misure di cani che vivono all'interno di aziende fornitrici di animali ai laboratori oppure negli stabulari dei laboratori stessi: quindi un ambito di applicazione diverso e non paragonabile a quello della custodia degli animali d'affezione. Tale revisione, inoltre, vanificherebbe gli sforzi fatti nel 2011 quando, con una lunga concertazione con la Presidenza della Regione, la LAV ottenne la misura minima di 8 metri quadri a cane. Per sollecitare un cambiamento di rotta rispetto alla modifica prevista, Lav, Enpa e Lega Nazionale Difesa del Cane hanno anche chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione, Enrico Rossi, e per sostenere questa battaglia hanno lanciato un mass mailing diretto ai membri della Giunta Regionale: basta andare sul sito Lav per aderire alla protesta. "La Regione Toscana vuole chiudere i cani in spazi assolutamente angusti, applicando indistintamente a tutti gli animali della regione le misure terribili dei laboratori di sperimentazione - dichiarano LAV, Enpa e Lega Nazionale Difesa del Cane. - È un assurdità normativa e una chiara concessione ai cacciatori, che saranno così liberi di detenere i propri cani in gabbie talmente strette da non consentirgli neanche di girare su se stessi. La Toscana civile che rispetta gli animali deve opporsi a una scelta che è contraria ad ogni sensato criterio di benessere e mira semplicemente ad accontentare l'elettorato venatorio".