Presidente Manetti, da cento giorni è alla guida della Camera di Commercio di Firenze, il turismo vola ma crea problemi, la moda è in crisi. Qual è lo stato di salute delle imprese fiorentine?
"C’è una parte positiva, l’altra che segna un meno, le imprese del manifatturiero, la moda e il calzaturiero in particolare. Il comparto del tessile subisce problemi sia strutturali che congiunturali: questi ultimi dettati dalle guerre, dai riflessi dalla crisi della Germania e della politica cinese che ha scatenato una battaglia contro il lusso; strutturali perché le grandi griffe si indirizzano verso aziende fornitrici più grandi e strutturate, soprattutto nella piccola meccanica degli accessori. Va bene il comparto dei servizi basati sul turismo, ristorazione e hotellerie ma anche l’agrifood regge: nei primi sei mesi l’export ha toccato 2,1 miliardi segnando il più 20%, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso".
C’è qualche comparto che spinge di più la crescita?
"Il vino che è un nostro elemento di forza, come Camera di commercio organizziamo molti eventi. In questi giorni a Firenze viene presentata la guida dei migliori vini d’Italia dell’Ais".
Torniamo alla crisi della moda, le piccole aziende chiudono, mancano ore di Cig. Cosa può fare la Camera?
"Fare formazione professionale, nel settore moda manca il 50% del personale, nel digitale anche il 70-80%. Stiamo investendo sia sugli Its, sostenendo il Polimoda ma resta sul tappeto il problema di politica industriale per cui serve il confronto con il governo".
Turismo, bene gli affari ma ci sono enormi disagi. Sul blocco Airbnb è d’accordo?
"Sono d’accordo anche se si fanno le cose quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla. Va fatta anche una valutazione fiscale: la tassazione non può essere uguale tra chi affitta un appartamento e chi ne affitta cento e fa impresa".
E i disagi dei fiorentini?
"Inutile pensare a un ritorno della residenza in centro. Bisogna puntare su un piano casa nell’area metropolitana tipo anni ‘60, a Londra per andare a lavorare servono 40 minuti".
Servono trasporti efficienti…
"La tranvia darà forte impulso ma è fondamentale far funzionare tutta la città".
Tav, nuova pista aeroporto e Fi-Pi-Li, i ritardi sono sotto gli occhi di tutti…
"La Tav arriverà, c’è da pensare ai collegamenti per intensificare la convegnistica. Servirà a liberare i binari per i treni dei pendolari e sarà un collegamento strategico tra il sud e il centro Italia. Sul cambiamento della pista di Peretola non posso che essere d’accordo: l’unico che avrebbe potuto farlo prima era Renzi, ma è andata così e Bologna si è avvantaggiata delle nostre difficoltà. La diatriba con Pisa è un falso problema: i due scali saranno complementari perché Peretola non potrà essere scalo internazionale".
Alcuni protestano…
"E’ un’assurdità".
Fi-Pi-Li, pedaggio sì o no?
"Quella strada è improponibile, è nata male e ha sempre avuto problemi di interruzioni. Se non ci si mette mano continuerà a creare solo problemi alle imprese e ai cittadini. Il pedaggio? Se deve servire per renderla una strada funzionale va bene".
Firenze è una città sicura?
"In questo momento no, preoccupa soprattutto la microcriminalità, c’è un senso diffuso di insicurezza percepita. In molte zone la gente ha paura di uscire la sera, non solo alle Cascine. Le forze dell’ordine sono tarate su 330mila abitanti, quando la città con il turismo arriva a milioni di presenze...".
Voi avete finanziato un progetto di sicurezza passiva ma molti non ne hanno usufruito...
"Abbiamo finanziato 400mila euro e altrettanti il Comune ma fino ad ora solo 350mila sono stati spesi. Serve per le attività che hanno ricevuto danni prodotti da episodi criminosi e per mettere in sicurezza le aziende con telecamere e antifurto".
Piccole botteghe chiudono, snaturando l’essenza di questa città. Preoccupato?
"Manca il ricambio generazionale che vuol dire tanto perché significa passione: molti arrivano alla pensione, si guardano indietro e non c’è più niente. Le attività artigiane non creano professionalità da un giorno all’altro, noi stiamo cercando di investirci, creando personale".
Resterà in sella cinque anni, cosa vorrebbe riuscire a fare?
"Dare qualcosa alle piccole e medie imprese, è il mio mondo, senza dimenticarmi dell’industria ovviamente. L’altra cosa che vorrei portare a termine è un contributo sulla città, insieme alla sindaca, sulla logistica e l’approvvigionamento in centro. Creiamo delle Commissioni di studio: è impensabile che via Calzaiuoli debba essere un’autostrada. Va trovato un modo per rendere più bella la città altrimenti la massa di turisti non regolata e non governata e il caos dei mezzi danno la percezione di un grande degrado".