Al Museo Novecento di Firenze una rarità di immenso spessore artistico: è possibile ammirare l’unico Autoritratto dipinto da Amedeo Modigliani (1884-1920) in occasione della mostra "Ritorni. Da Modigliani a Morandì", che vede riunite per la prima volta 19 opere di grandi maestri del ‘900 italiano appartenute alla collezione di Alberto Della Ragione. L’autoritratto non si vede in Italia addirittura dal 1946 ed è stato eccezionalmente prestato dal Museo di Arte Moderna e Contemporanea di San Paolo del Brasile. Insieme, sono esposte la Natura morta metafisica di Morandi, La Camera Incantata di Carrà e la grande Crocifissione di Guttuso, prestiti di inestimabile valore storico artistico.
Si tratta di un grande progetto scientifico che celebra i primi dieci anni del museo. La mostra, ideata da Sergio Risaliti, a cura di Eva Francioli, Chiara Toti e dello stesso direttore del museo, andrà fino al 15 settembre 2024. "Un magnifico regalo per i dieci anni del Museo Novecento - ha detto Sergio Risaliti - Al mio arrivo avevo sognato di riunire al nucleo principale della collezione Alberto Della Ragione una serie di opere dalle quali l’ingegnere nel tempo si era separato, e che poi sono state acquisite, per vie diverse, in alcuni dei principali musei d’Italia e del mondo dove ora si trovano conservate. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla preziosa collaborazione e cura di Chiara Toti ed Eva Francioli, che hanno tessuto i rapporti con i tanti prestatori, tutti convinti a sostenere un progetto di valorizzazione dell’attività di collezionista di Alberto della Ragione, uno dei maggiori del nostro ‘900".
Nella mostra, "diamante purissimo tra tutte queste perle è l’unico autoritratto dipinto da Modigliani - aggiunge Risaliti -. Lascia poi senza parole la bellezza ermetica de La Camera Incantata di Carlo Carrà, dall’Accademia di Brera, una delle opere più importanti del ‘900 italiana alla pari della grande Crocifissione di Renato Guttuso, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, oltre alla Natura morta con ventaglio di Soffici, che trasuda della libertà espressiva e formale tipica delle avanguardie del primo ‘900".