REDAZIONE FIRENZE

Momenti di paura in centro. Pugni contro la volontaria: "Pronta a tornare sul campo"

Un 40enne ha colpito l’infermiera che tentava di soccorrerlo: arrestato. Giovanni Ghini, Fratellanza Militare: "Non si è scoraggiata, vuole ricominciare presto".

Anche davanti a Torregalli ci sono state proteste per le continue aggressioni contro il personale sanitario

Anche davanti a Torregalli ci sono state proteste per le continue aggressioni contro il personale sanitario

di Pietro Mecarozzi

Aggredita mentre fa il suo lavoro. Anzi, mentre si spende per aiutare chi ha più a bisogno in veste di volontaria. È successo a una 27enne di origini iraniane volontaria del 118, che martedì è stata presa a pugni dalla stessa persona, un 40enne senegalese, che stava soccorrendo.

L’episodio è avvenuto in piazza Indipendenza, dove il personale sanitario era intervenuto proprio per soccorrere il senegalese in difficoltà a causa, verosimilmente, di assunzione eccessiva di bevande alcoliche. Mentre si adoperava per le prime cure, la giovane operatrice sanitaria sarebbe stata colpita con pugni alle braccia e alle spalle dall’uomo. La ragazza è stata portata all’ospedale di Santa Maria Nuova, da cui è stata dimessa con cinque giorni di prognosi per una leggera contusione al braccio destro. Sul posto sono prontamente intervenute le volanti della questura. I poliziotti hanno rintracciato e arrestato il 40enne, trasportato poi al carcere di Sollicciano.

"La ragazza vuole tornare a bordo - spiega Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza Militare di Firenze di cui la giovane è volontaria –, è ferma nelle sue idee, e vuole continuare la missione che ha scelto". Un plauso inoltre "va alle forze dell’ordine per la velocità di intervento", segno che la nuova "procedura" funziona.

Sul complesso tema della sicurezza degli operatori sanitari, la prossima settimana si terrà un tavolo in prefettura con associazione di categoria e forze del’ordine.

Nel frattempo, la pm Ornella Galeotti, per il caso specifico di piazza Indipendenza, ha chiesto la convalida dell’arresto. Definendo (giuridicamente) la volontaria allo stesso modo di un operatore sanitario, grazie anche alla nuova legge per contrastare la violenza sui professionisti sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni e il danneggiamento di strutture e macchinari passata alle Camere lo scorso 13 novembre. La norma prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti. Introdotto anche il reato di danneggiamento delle strutture sanitarie pubbliche.

Le accuse al 40enne sono di lesioni aggravate, previste dall’articolo 583 quater che, grazie alle ultime modifiche, specifica che "nell’ipotesi di lesioni cagionate al personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio", nonché a "chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività", si applica la reclusione da due a cinque anni. Nei prossimi giorni il giudice si pronuncerà.

Dure, invece, le reazioni da politica e associazioni. "Le aggressioni ai danni di operatori sanitari e dei volontari del primo soccorso sono un fenomeno inaccettabile, che mina non solo il valore della solidarietà ma anche quello della cura", ha detto Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina. "La situazione è sempre più preoccupante. Solo nelle ultime settimane - ricorda Ceccherini - si sono verificati gravi episodi di violenza contro il personale sanitario e i volontari delle ambulanze nella nostra provincia. A Borgo San Lorenzo un equipaggio della Misericordia è stato aggredito dal figlio di un paziente durante un intervento di emergenza".

Non possiamo "accettare che chi dedica la propria vita ad aiutare gli altri debba temere per la propria sicurezza - dice Ceccherini -. È necessario un impegno concreto da parte di istituzioni e cittadini affinché chi presta soccorso possa farlo in un ambiente sicuro, libero dalla paura".

E infine: "I nostri volontari continueranno a esserci, con dedizione e coraggio - conclude - ma chiediamo che l’intera comunità si unisca per garantire loro il rispetto e la protezione che meritano".