Mondo Convenienza È scontro allo sciopero Il dramma degli operai "Sfruttati e sottopagati"

Prosegue la protesta dei lavoratori davanti al magazzino dell’azienda. Tafferugli con forze dell’ordine, mentre la società chiarisce su incidenti. La denuncia dei manifestanti: "Turni senza fine e contratti ingiusti".

Mondo Convenienza  È scontro allo sciopero  Il dramma degli operai  "Sfruttati e sottopagati"

Mondo Convenienza È scontro allo sciopero Il dramma degli operai "Sfruttati e sottopagati"

di Barbara Berti

"Mi hanno mandato la lettera di licenziamento perché mi hanno visto scioperare. Ma ufficialmente scrivono che non ho superato il periodo di prova, peccato che sia finito da tempo". È il racconto di Ali Muhammed, 21 anni, pachistano, uno dei trenta lavoratori della cooperativa Rl2 che ha l’appalto per il servizio di trasporto, montaggio e facchinaggio dell’azienda Mondo Convenienza. Arrivato in Italia ancora minorenne, si è ritrovato a fare mille lavoretti. Poi tramite il passaparola tra amici, ha saputo che la cooperativa cercava personale.

E da più di tre mesi lavorava al magazzino di via Gattinella dove da dieci giorni i lavoratori sono in sciopero, sotto le bandiere SiCobas, perché "questi lavoratori da anni sono costretti a contratti che producono il cosiddetto lavoro povero: contratto ’pulizie multiservizi’ invece che ’logistica’, con turni tra le 10 e le 14 ore al giorno per 6 giorni la settimana e straordinari non pagati" dichiara Luca Toscano, coordinatore SiCobas per Prato e Firenze. Come Ali, anche Shakeel Arif, 32 anni, ha lasciato il Pakistan ormai dieci anni fa per cercare una vita e un lavoro migliori in Italia. "La giornata inizia alle 7 del mattino ma non si sa mai quando finisce. La pausa pranzo? Se va bene un panino sul furgone" dice.

Simile la storia di Shoeib Saleem, 25 anni, in Italia da sette "per aiutare la mia famiglia che in Pakistan non lavora. Quando ho visto la pubblicità su uno dei furgoni, ho subito contattato l’azienda e portato il curriculum. Solo dopo ho scoperto i turni massacranti e le ‘detrazioni’ sullo stipendio: in caso di danni ai mobili che trasportiamo, di danni a casa del cliente, di danni al furgone o anche una multa, la cooperativa fa pagare direttamente a noi" racconta. "In tre anni che sono qui ho fatto le ferie solo una volta" dice Khazifa Arshad, 22 anni.

"Non c’è un orario fisso: la mattina troviamo la lista delle consegne e finché non le abbiamo fatte tutte non si rientra. Ho pensato di lasciare questo impiego, ma non è facile ritrovare lavoro" ammette. "Concludere tutta la lista delle consegne giornaliere non è semplice: abbiamo un raggio d’azione di cento chilometri, bisogna calcolare anche il traffico. Poi arrivi a casa dei clienti, magari abitano in strade strette e il furgone lo dobbiamo parcheggiare lontano e portare in spalla i mobili, che sia un divano o un frigorifero non abbiamo supporti" racconta Shakeel Muhammad, 38 anni, da oltre due e mezzo montatore della cooperativa.

Storie che si assomigliano, "storie di sfruttamento – tuona Toscano – e di illegalità alla luce del sole. L’illegalità non mi sconvolge più, ma mi inquieta la presenza delle forze dell’ordine, che da giorni qui per farci sgomberare: di fatto difendono l’illegalità". E anche ieri ci sono stati più tentativi di smobilitare il presidio. "Negli scontri con la polizia un operaio è stato colpito alla testa, ha accusato un malore ed arrivata l’ambulanza" denuncia il sindacato che non arretra di un centimetro.

Anzi, ieri pomeriggio una delegazione è andata fino al negozio "Mondo Convenienza" di Prato a protestare. Dal canto suo, la cooperativa Rl2 fa sapere che "i dipendenti hanno, oltre alla retribuzione contrattuale, diverse voci di integrazione del salario tra cui i buoni pasto e un sistema incentivante di retribuzione variabile".

Per quanto riguarda il "gesto criminale" del 7 giugno, denunciato dal sindacato, la cooperativa fornisce la sua versione: "Non c’è stato alcun tentativo volontario di investimento dei manifestanti fermi su di un marciapiede, ma una deliberata aggressione ai danni del conducente di un mezzo aziendale che, a passo d’uomo, tentava di immettersi in carreggiata da un varco alternativo a quello bloccato".