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Monossido, la bimba sopravvissuta alla strage di San Felice a Ema è fuori pericolo

Il medico del Meyer: “Dovremo valutare il danno neurologico. I suoi cari sono sempre con lei in reparto”. La piccola ha sei anni. Nella fuga di monossido in casa sono morti i genitori e il fratellino. Difficile al momento dare delle tempistiche su quando il recupero sarà completo, spiegano i medici

Firenze, 27 dicembre 2024 – La bambina di sei anni ricoverata all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze dopo essere rimasta intossicata dal monossido di carbonio nella villetta di San Felice a Ema, dove sono morti i genitori e il figlio 11enne del padre, “è uscita dalla fase acuta” dell'intossicazione ed è “fuori pericolo di vita per quanto riguarda l'aspetto rianimatorio”.

Lo ha affermato Zaccaria Ricci, responsabile del servizio di anestesia e rianimazione del Meyer, parlando coi giornalisti. Il medico invita comunque alla cautela perché "dovremo valutare l'impatto neurologico che c'è stato”.

Muore Famiglia
L'intervento dei soccorsi a San Felice a Ema (Foto Gianluca Moggi/New Press Photo)

Tuttavia secondo Ricci si può già parlare di "un piccolo miracolo, considerando che l'evento è stato molto grave”. La bambina “respira da sola - ha spiegato - e ha le funzioni vitali tali da consentirci di lasciarla respirare spontaneamente senza supporti. Ogni tanto ha dei momenti di vigilanza, quindi è in contatto specialmente con le persone che riconosce, e ogni tanto no, tanto è vero che ancora abbiamo bisogno di somministrarle dei sedativi per farla stare tranquilla in altre fasi. È per questo che non siamo in grado di dire ancora quando il recupero neurologico sarà completo”.

Il medico ha detto che “specialmente in compagnia delle persone che riconosce si capisce che entra in contatto. Ha detto qualche parolina. I parenti più stretti, quelli che sono nella cerchia familiare, sono tutti presenti, e poi ci sono delle persone che frequentavano la casa, che sicuramente lei è in grado di riconoscere, che sono a nostra disposizione e ci stanno dando una grande mano".