"Fuori pericolo di vita". Le tre parole che scaldano il cuore. Che squarciano il cielo tinto di nero per colpa del monossido di carbonio. Sì, quel killer silenzioso che ha sterminato la famiglia della piccola di 6 anni di via San Felice a Ema, da oltre una settimana ricoverata nel reparto di rianimazione all’ospedale pediatrico Meyer, dopo il ritrovamento nella villetta di pregio nel polmone verde della Firenze bene. I polmoni della piccola, nonostante le ingenti inalazioni, proprio non ne hanno voluto sapere di smettere di funzionare, grazie al cielo. Quella piccola flebile speranza generata dalle manovre salvavita dei soccorritori al momento dell’accesso in abitazione, smistata la chiamata d’intervento dal dispatch del 118 su segnalazione della ex moglie di Matteo Racheli - 49enne deceduto assieme al figlio Elio di 11 anni e alla compagna brasiliana Alcione Margarida di 46 anni - sul corpicino inerme della bambina trovata sul divano dalla sera prima di quel tragico 19 dicembre, ha alimentato la speranza di uscire da un quadro drammatico.
Una settimana lunghissima, in attesa che le terapie (d’urto) facessero il loro corso. La sedazione, la prognosi riservata impossibile da sciogliere, la compromissione delle funzione vitali, l’insufficienza multiorganica. Le sedute a tappeto di ossigenoterapia in camera iperbarica presso Careggi per cercare di scalzare il legame (fortissimo) del monossido di carbonio con l’emoglobina, a favore dell’ossigeno. Mattoncino dopo mattoncino, un cielo plumbeo, scaldato da un sole tiepido, ha sciolto la riserva sul futuro della bambina, spazzando via tutto quel che c’era di nero in questa storia.
"È avvenuto un piccolo miracolo, considerando la gravità dell’evento", ammette Zaccaria Ricci, responsabile del servizio di anestesia e rianimazione del Meyer. Per quanto cauto, il tutore legale della bambina non ha più dubbi: "È uscita dalla fase più acuta, non è più in pericolo di vita da un punto di vista rianimatorio. Da una grave insufficienza multiorganica è passata a respirare spontaneamente, senza bisogno di supporti. Adesso davanti a sè ha un lungo percorso di riabilitazione, in cui sarà valutato da noi l’impatto dovuto al danno neurologico riportato. C’è ancora tanta strada da fare, ma finora i progressi fatti sono molto buoni".
Altro dettaglio evidenziato dal dottor Ricci: da sveglia, quando non sedata, la piccolina alterna momenti di vigilanza e contatto con l’ambiente. E con i familiari che non l’hanno mai abbandonata. Dai cugini paterni alla babysitter, all’amica di famiglia più vicina che frequentava la casa, oltre alla presa in carico dal servizio di psicologia del Meyer. A Firenze, dalla Spagna, è anche atterrato il primo figlio di Margarida, avuto in Brasile, pare per le procedure di riconoscimento. Ieri intanto sono arrivate a Gardone Val Trompia (Brescia) le salme di Matteo Racheli e Margarida Alcione. I funerali si svolgeranno lunedì nella chiesa parrocchiale di San Marco a Gardone Val Trompia, il paese dove il 49enne era nato e cresciuto prima di trasferirsi in Toscana.
Francesco Ingardia