Senza “le inquietanti nebbie che gravi coprono gli orti“ per dirla con Francesco Guccini, poeta cantautore, questa versione primaverile del 2 novembre non ha tolto nulla alla solennità della Commemorazione dei defunti. Nell’omelia di ieri mattina nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, l’arcivescovo Gherardo Gambelli, ha evidenziato le tre tappe fondamentali per morire al peccato e accogliere "la vita nuova in Cristo", tramite "il dono dello Spirito Santo".
Partendo dal primo elemento, "rompere con il peccato", viene proposto, oltre al senso della Lettura, l’esempio del beato Carlo Acutis, il santo giovanissimo e social, particolarmente assiduo nell’accostarsi al confessionale per fare come "la mongolfiera" che "per salire in alto ha bisogno di scaricare i pesi, così l’anima per elevarsi al cielo ha bisogno di togliere dei piccoli pesi che sono i nostri peccati veniali. Se per caso c’è un peccato mortale, l’anima ricade a terra e la Confessione è come il fuoco che fa risalire in cielo la mongolfiera".
La seconda tappa, osserva l’arcivescovo, è "lasciarsi guidare dallo Spirito", come San Francesco che "giunge a lodare Dio anche per sorella nostra morte corporale, perché capisce che vivendo secondo la santa volontà di Dio, essa non sarà che un passaggio, come una seconda nascita alla vita vera e piena, alla vita eterna".
Terza via, forse per noi la più difficile, "soffrire insieme con Cristo": "Inutile cercarsi delle sofferenze per poter partecipare alla gloria di Cristo; esse comunque ci sono. - le parole di monsignor Gambelli - Occorre invece viverle come partecipazione a quelle di Cristo". E con il Suo aiuto potremo "vivere una vita santa" e "morire anche santamente". Aiuto nella preghiera all’arcivescovo Gherardo in particolare oggi alle 18 in Duomo, quando l’arcivescovo Petar Rajič, nunzio apostolico per l’Italia, gli imporrà il pallio. Si tratta del paramento liturgico proprio del papa, il cui uso viene concesso agli arcivescovi metropoliti come segno della collegialità e della sussidiarietà nel governo della Chiesa. Ieri mattina, monsignor Gambelli e il cardinale Ernest Simoni hanno incontrato una delegazione di Guardie Svizzere pontificie, guidate dal comandante Christoph Graf (nella foto con l’arcivescovo).
Duccio Moschella