"Montagna poco ambita: o si cambia o sarà il caos"

"Questo sistema è vecchio e non può reggere, occorre una legge per i comuni montani".

"Montagna poco ambita: o si cambia o sarà il caos"

"Montagna poco ambita: o si cambia o sarà il caos"

"O porti una soluzione o sei parte del problema"; cita Confucio il presidente della Società della Salute Mugello Paolo Omoboni, per introdurre un’analisi della situazione sanitaria vissuta oggi dagli oltre 63mila mugellani che vivono in questa terra tra Toscana ed Emilia Romagna. Omoboni parla di una "situazione bipolare".

"Da un lato nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, continuiamo a investire come Società della Salute 9 milioni di euro nel 2023, con previsione di arrivare a 10 del 2025, dall’altro ci scontriamo con le difficoltà dei mugellani sull’accesso ai servizi sanitari essenziali, ad iniziare dalla carenza di medici di famiglia e dei pediatri, dei tempi di attesa per le visite specialistiche. Perchè quando a Palazzuolo sul Senio, un comune di mille abitanti – nota Omoboni – si rischia di rimanere senza un pediatra o senza un medico di base e in altri comuni del Mugello il servizio c’è solo una volta ogni 15 giorni, quando per una visita di neuropsichiatria infantile per la propria figlia servono mesi, bisogna provare a immaginare delle risposte concrete, anche se non sono i comuni a poter decidere e organizzare".

Così il presidente della SdS Mugello fa un’analisi complessiva della situazione, nota che il Sistema sanitario nazionale è sottofinanziato -, e che "il personale sanitario è poco e poco pagato". Quindi pone una domanda: "In questo quadro di carenza nazionale, chi sceglie l’ambito del Mugello rispetto ad altri ambiti più appetibili e con meno chilometri da fare? In Mugello si fanno miracoli a mantenere presidi essenziali; in molti comuni sono stati aumentati i massimali, da 1500 a 1800 pazienti per ogni medico, ma il sistema nei prossimi anni non può reggere".

Così il presidente della Società della Salute formula alcune proposte, per dare soluzione ai problemi di Mugello e Alto Mugello: "Occorre approvare una nuova legge sulla montagna. Esisteva un decreto legge mai convertito, ’Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane’ che prevedeva alcune giuste misure per la sanità di montagna: accesso preferenziale alla posizione di direttore sanitario ai medici che hanno esercitato attività nei territori di montagna, credito d’imposta per medici e operatori sociosanitari che, per fini di servizio, prendono in locazione o acquistano un immobile abitativo nei comuni montani. Un testo da migliorare: vanno aumentate le risorse per chi decide di trasferirsi e lavorare nei comuni montani, così come devono essere previsti incentivi economici seri per chi presta servizio nelle aree interne, non sul numero degli assistiti, ma per la ‘valenza territoriale’ del servizio prestato". E ancora: "Occorre finanziare progetti di medicina di gruppo, dove i medici di una zona si mettono insieme, condividono strutture e in caso di assenza, anche i pazienti, garantendo ambulatori anche nelle frazioni".

Paolo Guidotti