Firenze, 2 marzo 2023 – Si allunga il già nutrito coro a sostegno della dirigente Savino e di condanna dell’aggressione avvenuta davanti al classico Michelangelo.
“Sconcerto e disapprovazione” per i “gravissimi fatti” del 18 febbraio scorso davanti allo storico liceo viene espressa dai componenti del Parlamento regionale degli studenti della Toscana. “È obbligo esprimere vicinanza non solo ai soggetti coinvolti, ma anche a tutti i ragazzi che si impegnano e si interessano ogni giorno attivamente alla politica e alle tematiche che riguardano la nostra generazione”, dice la presidente Maria Vittoria D’Annunzio, che aggiunge: “Nei momenti di difficoltà è importante non essere scoraggiati ma reagire e far sentire la propria voce con maggiore forza e consapevolezza di chi, al contrario, ricorre ad atti di estrema violenza”.
Una lunga lettera a sostegno della dirigente Savino, che ha spronato i propri alunni a non restare mai indifferenti di fronte a certi preoccupanti episodi, è stata diffusa da un nutrito gruppo di insegnanti del comprensivo Montagnola-Gramsci.
“La scuola, e in primis noi insegnanti, siamo la seconda agenzia educativa e formativa, insieme alle famiglie, per coloro che diventeranno i futuri cittadini e le future cittadine – si legge -. Ogni giorno lavoriamo nelle nostre classi su quelle che da tempo vengono definite “competenze trasversali”: comunicazione efficace, empatia, flessibilità, problem-solving, capacità di fare gruppo e di riuscire a gestire i conflitti, l’accoglienza, la solidarietà, l’inclusione, il confronto, la gentilezza, la partecipazione con una propria opinione, e tanto altro. Ci proviamo. Le competenze trasversali stanno alla base di una più generale educazione alla non violenza, perché contribuiscono alla crescita di persone con una maggior autostima, una maggior predisposizione al confronto, alla relazione, alla risoluzione efficace di problematiche varie. Educare alla non violenza significa anche prendere posizione rispetto agli atti violenti e far sentire la propria voce. Facciamo centinaia di progetti sul bullismo, per esempio, che mirano proprio a renderci maggiormente consapevoli della nostra responsabilità e scelta di fronte alle prepotenze e al non rimanere indifferenti”. Tutto questo, non hanno dubbio gli insegnanti, “è fare politica”. Insomma, “nelle scuole si deve ‘fare politica’, nel suo significato più ampio, perché ciò vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore. Ci sentiamo quindi in dovere di schierarci con l’atto e le parole della preside Savino”.