Morta la br Balzerani. Il figlio di Lando Conti: "Una bellissima notizia. Per noi 37 anni di dolore"

Lorenzo aveva 20 anni quando il babbo fu assassinato dalla brigatista "Inspiegabile che quella donna, con quattro ergastoli e 100 anni di carcere potesse girare come una comune cittadina".

di Antonio Passanese

Quando il padre Lando venne assassinato, Lorenzo Conti aveva appena 20 anni. Di quel gruppo di fuoco che nel 1986 tolse la vita all’ex sindaco di Firenze faceva parte anche la brigatista Barbara Balzerani. La donna, dal carcere, rivendicò l’assassinio (per questo venne condannata all’argastolo anche se da anni era a piede libero, come una normale cittadina), ma per quel massacro brutale e insensato la br non ha mai fatto ammenda, non si è mai pentita, non ha mai espresso dolore, neanche per i familiari della vittima. Ha anzi sempre rivendicato la sua azione. Quasi con fierezza.

E forse è per questo che Lorenzo, ieri, ha gioito nell’apprendere della morte dell’ex primula rossa Balzerani: "E’ una bellissima notizia – il suo primo commento – Un orrendo individuo se n’è andato definitivamente. Non provo nulla sul piano umano... Lei ha continuato a rivendicare, a fare di tutto e di più. Non è stata punita dallo Stato come sarebbe dovuta essere punita, sempre ‘benedetta’ da qualcuno, e ora se n’è andata via. Bene, giustissimo, ora pagherà quello che dovrà pagare, con tutti i morti che ha fatto. Se c’è un Dio, speriamo in una giustizia divina vista che quella terrena ha fallito".

Parole dure, quelle del figlio dell’ex primo cittadino di Firenze dettate da anni di sofferenza e di "assenza dello Stato. A 40 anni da quell’omicidio mio padre non è stato ancora insignito della medaglia d’oro al Valor Civile e ci sono voluti 20 anni per far scrivere sulla lapide che era stato ammazzato dalle brigate rosse. Uno stato connivente – l’accusa di Conti – che non ha mai istituito una Commissione d’inchiesta seria per far luce su quegli anni buoi".

Lorenzo è inoltre convinto che le istituzioni abbiano voluto mettere una pietra tombale su quel periodo storico "per un patto, una trattativa, come quella che c’è stata con la mafia. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui una persone che ha accumulato 4 ergastoli e 100 anni di carcere potesse girare liberaramente. Il vero ergastolo lo abbiamo preso noi nel giorno in cui babbo ci ha lasciati per mano di quell’essere immondo".

L’idea del figlio di Lando Conti è che l’Italia, troppo spesso, si dimentichi dei suoi martiti, delle sue vittime, dei suoi servitori, che per il bene dello Stato e per aver svolto il proprio ruolo istituzionale senza macchia e nel rispetto delle leggi, siano diventati agnelli sacrificali.

"Dal 1986 abbiamo vissuto nell’indifferenza, male, con qualche messaggio o parola di conforto giusto nei giorni del ricordo. Poi niente più. E intanto decine di brigatisti sono stati liberati e hanno potuto riprendere la loro vita, il loro lavoro, come se nulla fosse accaduto. Io e la mia famiglia siamo ancora continti che ci sia stata connivenza. E questo mai nessuno ce lo toglierà dalla testa".