Firenze, 13 ottobre 2021 - Ha lottato per più di un mese, nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Careggi. Poi Tiziana Bruschi, 58 anni, di Scandicci, non ce l’ha fatta. E’ la vittima numero 27 del lavoro in Toscana, in questo anno nero che non si è ancora concluso. Dopo Campi Bisenzio, e la tragica morte dell’operaio Giuseppe Siino, è ancora l’hinterland operoso di Firenze a pagare un conto spropositato. Tiziana Bruschi lavorava, da anni, alla Sistema srl, ditta della zona artigianale di Scandicci che fa stampaggio di materie plastiche. E’ qui, in azienda, che la donna ha vissuto gli ultimi istanti della sua vita, prima di addormentarsi in un coma dal quale non si è più risvegliata. L’incidente è accaduto il due settembre scorso: da quel giorno è stata ricoverata in ospedale, ma la speranza è stata ogni giorno più sottile. Fino al precipitare delle sue condizioni: l’altro giorno, la donna si è spenta, per le irreparabili conseguenze di un bruttissimo incidente sul lavoro.
Le è caduto sulla testa un pancale pesantissimo, crollato durante una manovra in magazzino. Tiziana Bruschi pare che stessa sistemando uno scaffale quando è stata travolta all’improvviso, senza che se lo aspettasse. Il pancale, carico di merce, è venuto giù da circa tre metri. Un carico già pesantissimo di suo, moltiplicato dall’altezza: un impatto devastante.
Ma come ha fatto a cadere la pedana? Sulla dinamica dell’incidente, è stato aperto un fascicolo dalla procura. Fascicolo che, da ieri, contempla il reato di omicidio colposo. Sul registro degli indagati è stato iscritto il titolare dell’azienda, 56 anni, ma la situazione è in continua evoluzione. Tra le ipotesi predominanti, quella di un errore umano: in una manovra, un muletto potrebbe aver urtato i pallets impilati, causando la caduta che ha colpito la magazziniera. Uno dei passaggi per meglio definire un’indagine ancora allo stato embrionale, è l’autopsia che è stata affidata dal sostituto procuratore Francesco Sottosanti al medico legale Beatrice De Fraia.
La famiglia di Tiziana, assistita dall’avvocato Marco Zanobini e dallo studio Bicchierai e Bizzarri, pretende giustizia. E’ stata già depositata una corposa querela con la quale viene chiesto all’autorità giudiziaria di non lasciare nulla di inesplorato. La procura fiorentina è ancora alle prese con gli accertamenti relativi a un’altra morte sul lavoro: quella avvenuto alla ditta Alma di Capalle. La vittima, Giuseppe Siino, 48 anni, uno dei più esperti tra i dipendenti dell’azienda che produce moquette, sarebbe stato letteralmente inghiottito da un macchinario a rulli a cui stava lavorando da solo. Siino è morto per un meccanismo di asfissia, ma bisogna capire perché ad esempio la corda di sicurezza che doveva fermare la macchina non sia entrata in funzione. Risposte che potrà dare la consulenza sul macchinario, affidata dal pm Ornella Galeotti a un esperto del settore.