ANTONIO MANNORI
Cronaca

Ciclismo, addio a Bresci: l'amicizia con Bartali, il Museo, l'amore per la bici

Era stato dirigente anche del Comnitato Toscano. E' morto insieme alla moglie Gabriella in un incidente stradale

Andrea Bresci al Museo Gino Bartali

Andrea Bresci al Museo Gino Bartali

Firenze, 21 luglio 2020 - La morte di Andrea Bresci e dell’inseparabile moglie Gabriella Massini avvenuta questa mattina, 21 luglio,  nello spaventoso incidente stradale nel centro di Pracchia sulla montagna pistoiese, ha lasciato sgomenti, essendo personaggio conosciutissimo e amato, soprattutto nel mondo del ciclismo. Uno degli amici più vicini il fiorentino Emilio Farulli ex dirigente nazionale e regionale del ciclismo. “L’ho sentito questa mattina quando mi ha chiamato al cellulare – dice Farulli – erano le 11,25. L’ho sentito con un tono di voce basso, ma altre volte gli capitava. Ci siamo scambiati qualche parola, mi ha detto che era in auto sulla montagna pistoiese perché in vacanza con la moglie ed il nipote. Ci siamo salutati fissando di risentirci più avanti per andare a prendere un caffè come eravamo soliti fare. Più tardi ho letto sul sito de La Nazione la tragica notizia. Perdo un amico fraterno, in passato mi aveva chiesto anche di fare il presidente dell’Associazione che presiedeva perché si sentiva stanco, carica che poi ha assunto il figlio Maurizio”. Andrea Bresci aveva l’amore per Gino Bartali e per il ciclismo, manifestato sempre con slancio, passione e soprattutto con i fatti. Per tanti anni era stato presidente dell’Aquila di Ponte a Ema storica società fiorentina fondata nel 1927 dove aveva corso da giovane “Ginettaccio”. Aveva seguito in quegli anni (Gino Bartali era invece il presidente onorario) le squadre giovanili della società di via Chiantigiana, aveva curato l’organizzazione di tanti manifestazioni. Aveva ricoperto anche un ruolo dirigenziale in seno al Comitato Regionale Toscano di ciclismo. Ma in lui colpiva soprattutto l’amicizia fraterna con Gino Bartali che lui raccontava. “Lo frequentavo quotidianamente, sempre, dal giorno in cui ci siamo conosciuti fino all’ultimo. Io ero lì. Era il 1987 quando pensai di dedicargli un museo perché lui non era solo un grande campione, era un grande uomo: dolce, scorbutico perché diceva sempre quello che c’era da dire, e sincero, veramente molto sincero. Mi venne questa idea del museo, ma lui non voleva. Non voleva raccontare degli ebrei. Dopo tanti anni ancora non voleva essere scoperto. Lui il museo non lo voleva. Disse “va bene” solo a patto che si fossero raccontate anche le storie di chi andava sì più piano di lui, ma facendo più fatica. Perché la fatica è il valore. Allora facemmo il Museo del ciclismo, con la storia del ciclismo e della bicicletta, cercando di mettere quello che Gino avrebbe voluto. Francesco Moser ci regalò la ruota lenticolare del record dell’ora, Alfredo Martini la Maglia Rosa che indossò per un solo giorno nel lontano 1950. Nel 1990 Bartali mi diede le sue tessere da corridore, dove c’è ancora scritto Società Sportiva Aquila. Quello è il pezzo del museo che ho sempre sentito un po’ più mio, ma ciò che resterà sempre nel mio cuore è il rapporto che avevo con lui. Quello che sto facendo, se sono ancora qui, dopo 2 interventi al cuore, è perché venga rispettata la volontà di Gino. Noi non eravamo amici, di più. Aveva 3 figli, forse io ero il quarto”.

Le movimentate vicende del Museo lo segnarono interiormente, ma Andrea con Gabriella, perennemente al suo fianco e con la quale aveva celebrato le nozze d’argento in Palazzo Vecchio a Firenze il 14 febbraio 2018, non volle mai lasciare il ruolo di presidente dell’Associazione del Museo. Con il passaggio della gestione della struttura al Comune, rimase nella sua sede al piano terreno di via Chiantigiana continuando la sua opera per poi lasciare la poltrona al figlio Maurizio. Cinque giorni fa ci ha chiamato per farci gli auguri e per ricordarci i 106 anni dalla nascita (18 luglio 1914) di Gino Bartali, e che l’Associazione non era in grado di celebrare le varie iniziative per colpa della pandemia. Questa mattina la tragica notizia. Ai familiari di Andrea Bresci e di Gabriella Massini le espressioni del più profondo cordoglio in questo tristissimo momento.