Castelfiorentino (Firenze), 16 aprile 2024 – Ma il medico era presente? Era a bordo campo, come dichiarato dal Lanciotto Campi? C’era ma è venuto alla partita a titolo personale e non chiamato in qualità di personale sanitario? Non c’era proprio, come dichiarato dal padre dello stesso Mattia? Sono tante le domande alle quali cercherà di dare una risposta il pm Giuseppe Ledda, che ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla morte di Mattia Giani, il calciatore di 26 anni deceduto dopo essere stato colpito da un malore in campo durante la gara d’Eccellenza contro il Lanciotto.
Sandro Giani, il padre di Mattia, ora pretende chiarezza: “Siamo distrutti – ha dichiarato oggi al Corriere Fiorentino – ma ora vogliamo la verità: presenteremo una querela perché vogliamo capire come è morto nostro figlio”. “Io so solo che il medico su quel campo non c'era. E che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti”. Nel “frattempo . prosegue Sandro Giani - il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio”, poi è “scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore c'era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?”.
La dirigenza del Lanciotto fa sapere che non avendo la Misericordia ambulanze a disposizione per coprire quella partita, era presente un medico.
Quello che è certo purtroppo è che al quindicesimo minuto, dopo un tiro verso la porta avversaria, Mattia ha fatto tre passi indietro e poi è si è accasciato in campo. Portato all’ospedale Careggi di Firenze, ieri il giovane non ce l’ha fatta. Il pm Giuseppe Ledda ha anche disposto l’autopsia prevista per domani.