Firenze, 11 dicembre 2024 – I "nonni" Alessandro Panella e Luigi Zabara responsabili della morte di Emanuele Scieri, l'allievo paracadutista originario di Siracusa il cui cadavere venne rinvenuto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto del 1999. Con la sentenza emessa questa mattina, la corte d'assise d'Appello di Firenze ha rideterminato la pena a 22 anni per Panella e 9 anni e 9 mesi e 10 giorni per Zabara, confermando le provvisionali per la famiglia.
In aula, ad attendere il verdetto, c'era il fratello di Scieri, Francesco, oggi medico, da sempre impegnato per la ricerca della verità. "Siamo convinti che siano loro i responsabili", ha detto annunciando il ricorso in Cassazione, sul fronte civile, dopo la sentenza che ha assolto, nel penale, un terzo parà della Folgore, Andrea Antico. In aula, unico degli imputati presente, anche Zabara, che uscendo dall'aula, senza rilasciare commenti, ha però avvicinato Scieri per dirgli che lui "non c'entra".
La morte, come conseguenza di atti di nonnismo, secondo la ricostruzione dell'accusa in un'inchiesta riaperta dopo i lavori di una commissione parlamentare , viene collocata la sera del 13 agosto, quando Scieri, arrivato poche ore prima alla Gamerra di Pisa dopo il Car a Scandicci, non si presentò al contrappello.
La procura generale aveva chiesto la conferma della condanna, con un ricalcolo delle pene a 24 anni per Panella e 16 per Zabara, condannati in primo grado a 26 e 18 anni. Secondo l'accusa, l'allievo parà dovette prima sottostare ad atti di nonnismo da parte degli "anziani" presenti in caserma nonostante si trovassero formalmente in licenza. Poi, nel tentativo di sfuggire alle prevaricazioni, si arrampicò sulla scala di asciugatura dei paracadute, ma da lì cadde, da un'altezza di dieci metri, per il ripetersi delle percosse anche sulle mani con cui si teneva agganciato. Dopo una rovinosa caduta a terra, il corpo sarebbe stato occultato e scoperto poi casualmente da altri militari di leva. Secondo le accuse, il fatto venne coperto anche grazie all'atteggiamento dei vertici della caserma. "Non abbiamo niente contro le forze armate, oggi il clima è cambiato e siamo stati più volte invitati a Pisa", ha detto ancora il fratello di Emanuele.