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Sara Funaro, sindaca di Firenze
Disposta l’autopsia, al momento solo su una salma, e ondata di perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sul maxi focolaio di gastroenterite acuta nelle quattro Rsa gestite da Sereni Orizzonti spa (che opera in convenzione con Asl e Regione), che avrebbe causato tre morti fra 114 anziani che si sono sentiti male domenica 9 febbraio. I reati finora ipotizzati sono adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari e omicidio plurimo colposo.
Documenti per ricostruire la catena di acquisizione, trattamento e conservazione degli alimenti. È quanto prelevato ieri dagli ispettori dell’Asl Toscana centro e dai carabinieri del Nas in alcune delle Rsa teatro della maxi intossicazione alimentare della scorsa settimana.
Dai primi accertamenti il focolaio di gastroenterite sarebbe partito dal centro di cottura della rsa di Monsavano, a Pelago (Firenze), che serve anche le altre tre rsa gestite da Sereni orizzonti, una a Dicomano, e due a Firenze, Arcolaio e la Rsa Desiderio a Settignano. Due donne e un uomo sono le vittime: la procura ha disposto l’autopsia sulla salma di una sola delle due anziane, che si svolgerà all’istituto di medicina legale di Firenze. Perché il corpo di un’altra delle vittime è stato già cremato e un altro seppellito.
Se fosse necessario, però, il pm potrebbero ordinare, al fine di svolgere accertamenti, la riesumazione della salma di Gianpiero Samuelli, ospite della Rsa Villa Desiderio, deceduto il 10 febbraio dopo il ricovero. Il giorno successivo al funerale del pensionato, la figlia, dopo aver letto la notizia della morte sospetta di due ospiti di Rsa, ha presentato un esposto ai carabinieri che è finito in procura.
Sulla morte dei tre anziani va fatta "chiarezza nel più breve tempo possibile", ha invece detto la sindaca Sara Funaro. "Mi sono sentita con alcuni familiari ed è mia intenzione contattarli tutti per dare il supporto che, come istituzioni, possiamo dare – spiega ancora –. Quando muoiono i propri cari in una situazione come questa" ci vorrebbe "vicinanza anche da parte delle strutture che li ospitano: non mi risulta che, ad oggi, questo ci sia stato". Per Funaro, infatti, "quando si gestiscono strutture che hanno a che fare con persone anziani, quindi fragili e non autosufficienti, bisogna che ci siano relazioni e contatti con le famiglie” improntate su “un profilo di delicatezza e di attenzione di un certo tipo".
Pie.Meca.