Teresa Scarcella
Cronaca

Morti nelle Rsa: “Mia mamma è stata male, non ci hanno detto niente”

Nervosismo a Monsavano che serve tutte le residenze del gruppo per i pasti. Nervi tesi del personale: “Andate via”. Preoccupazione tra i parenti degli ospiti

Morti nelle Rsa: “Mia mamma è stata male, non ci hanno detto niente”

Firenze, 14 febbraio 2025 – “Mia mamma non è stata bene lunedì e martedì, ha avuto problemi intestinali”. Non nasconde la sua preoccupazione una signora di Pelago, dopo aver fatto visita alla madre anziana, come fa ogni giorno, nella Rsa di Monsavano. È lì che sarebbe scoppiato il focolaio di sospetta tossinfezione alimentare. Il lotto dei pasti ’incriminato’ è partito dal centro di cottura della struttura in via Fortuna, attualmente chiuso alla luce delle criticità riscontrate, per poi arrivare sulle tavole di altre tre strutture del gruppo. Domenica sera i primi sintomi. Il bilancio è di 114 casi di gastroenterite (diarrea e vomito) su 173 ospiti complessivi, tre i morti. Due di loro risiedevano nella Rsa ’Villa Desiderio’ di Settignano, il terzo proprio nella ’Monsavano’ Pelago.

T15LY-B
Amici e parenti in visita agli ospiti nella Rsa di Monsavano, a Pelago, dicono di non aver saputo nulla di quanto accaduto (foto Germogli)

Eppure, il giorno dopo la notizia dei decessi, la percezione che si ha dall’esterno è che nelle strutture la vita scorra come di consueto: familiari in visita che entrano ed escono, fornitori e ditte di pulizia fanno il loro lavoro. “Erano soggetti fragili, non posso dire altro”, ci spiega una delle operatrici di ’Villa Desiderio’ dopo averci aperto i cancelli della struttura di Settignano. Gli ospiti si sono ripresi, chi più chi meno. Nessuno però vuole dire niente su quanto accaduto. A maggior ragione a Pelago. Qui, nel pomeriggio arrivano anche alcuni bambini, accompagnati dalle maestre, che si occupano di intrattenere con la musica gli anziani ospiti.

Un giorno come tanti, se non fosse che la produzione dei pasti è stata sospesa temporaneamente e che i giornalisti iniziano a radunarsi all’esterno, nel parcheggio di fronte l’ingresso. E questo agita particolarmente il personale. Al nostro arrivo, trovando il cancello aperto, proviamo a entrare nel tentativo di parlare con qualcuno. Ma non si fa in tempo a chiuderci l’inferriata alle spalle che una donna ci viene incontro, bloccandoci, e ci invita - si fa per dire - all’uscita: “Dovete andare via”. Senza spiegazioni né tantomeno convenevoli. Il concetto viene ribadito anche da un suo collega, che ci indica la strada. Così rimaniamo fuori, a debita distanza, nella speranza di intercettare qualcuno, ma i dipendenti a fine turno escono a testa bassa e passo svelto, ignorano le domande e rifiutano il dialogo con un semplice movimento della testa, senza dire una parola. Il silenzio viene interrotto solo alla vista delle telecamere: “Non vi abbiamo dato nessun consenso” sono le urla che arrivano dall’altra parte della strada, mentre i colleghi osservano dalle finestre. La struttura si trincera dietro un alone non troppo sottile di nervosismo.

I parenti degli ospiti con cui scambiamo qualche parola nel parcheggio, dicono di essere all’oscuro di tutto. “Ho saputo da voi dell’intossicazione alimentare - continua la figlia della novantenne nella Rsa -. Lunedì mi è stato detto soltanto che mia madre non stava bene, aveva la diarrea. Credo abbia mangiato le solite cose, ovvero minestra di verdure, un po’ di carne. Oggi sta meglio, ma dicono abbia la pressione bassa e io sono preoccupata vista l’età. Non ha voluto mangiare. Le ho portato una banana ma non ha toccato neppure quella”. “Ho letto la notizia sui giornali - ci racconta anche la signora Fiorella che lì dentro ha la cognata - Lunedì è venuta mia nipote, ma mi ha detto che non l’hanno fatta entrare. A questo punto immagino il motivo. In questo anno e mezzo non abbiamo mai avuto problemi con l’alimentazione”.