REDAZIONE FIRENZE

Morti sospette in corsia Infermiera torna a processo solo per quattro casi

PIOMBINO (Livorno)

Ci sarà un nuovo processo per l’ex infermiera Fausta Bonino accusata di aver provocato la morte di alcuni pazienti all’ospedale di Villamarina a Piombino. La donna, che oggi ha 59 anni, era stata assolta nel gennaio 2022 dalla Corte d’Appello di Firenze per non aver commesso il fatto, dopo la condanna in primo grado all’ergastolo nel 2019. Un caso complesso in cui

non sono mancati colpi di scena (dall’ergastolo in primo grado a Livorno all’assoluzione in appello a Firenze), ma che il dibattimento in Corte d’Appello sembrava aver chiarito in tutti i suoi aspetti. E infatti la Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione dell’ex infermiera, Fausta Bonino, per sei casi di morte sospetta in corsia, sui 10 totali di cui era stata accusata. Ma, nello stesso tempo, per quattro decessi, la Suprema Corte non ha confermato la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Firenze del 22 gennaio 2022. "Siamo piuttosto sorpresi da questa decisione – commenta a caldo Vinicio Nardo del Foro di Milano, avvocato difensore di Fausta Bonino – in quanto la sentenza della Corte d’Appello è tetragona, molto chiara e i nuovi elementi che abbiamo portato al processo hanno chiarito bene la vicenda. Comunque ora attendiamo le motivazioni della sentenza per capire quali sono i punti ritenuti ancora in sospeso".

I decessi all’ospedale di Piombino avvennero fra il 2014 e il 2015 tra pazienti del reparto dove lavorava l’infermiera. Fausta Bonino era imputata con l’accusa di averne causato la morte iniettando massicce dosi di eparina alle vittime, un anticoagulante del sangue normalmente utilizzato, ma che può provocare emorragie interne se impiegato in quantità. La donna però si era sempre proclamata innocente e nei processi non sono mai state prodotte testimonianze o prove video o foto di una eventuale azione dell’infermiera nei confronti dei pazienti.

E la Corte d’Appello assolse poco più di un anno fa Fausta Bonino "per non aver commesso il fatto" ritenendo decisive le testimonianze di quattro persone, tra medici e infermieri dell’ospedale Villamarina. I quattro testimoni riferirono al processo che l’accesso al reparto, dove era in servizio Fausta Bonino, fosse possibile anche senza badge di riconoscimento del personale autorizzato. E quindi anche altre persone avrebbero potuto somministrare i farmaci ai pazienti. "Viene a cadere – aveva spiegato in aula l’avvocato Vinicio Nardo – la cosiddetta ’costante Bonino’, vale a dire che non è dimostrabile il fatto che in occasione delle morti dei pazienti contestate dall’accusa, ci fosse sempre e solo Fausta Bonino nel reparto". Ma ora è stata accolta dalla corte la richiesta del procuratore generale della Cassazione, di annullare la sentenza di assoluzione emessa dalla corte d’appello di Firenze il 22 gennaio 2022. E quindi la Corte d’Appello di Firenze dovrà riesaminare il caso, ripetendo il processo a quasi dieci anni dai fatti contestati.

Luca Filippi