Duecentotré bare di cartone in piazza della Signoria, nel cuore di Firenze. Un colpo al cuore, un’immagine forte per dire, una volta per tutte, stop alle morti sul lavoro. Ieri si è svolta l’iniziativa organizzata dalla Uil ‘Zero morti sul lavoro’. Al flash mob davanti all’arengario di Palazzo Vecchio hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Firenze Dario Nardella, la mamma di Luana D’Orazio, Emma Marrazzo, il segretario generale della Uil Toscana Paolo Fantappiè e il segretario organizzativo Uil nazionale Emanuele Ronzoni. Fanno paura i numeri di questa strage inarrestabile.
Come ha ricordato Fantappiè, "in Toscana contiamo, nel 2023, 51 morti ed in questi mesi stiamo registrando un aumento di denunce sul lavoro del 4,3% rispetto all’anno precedente e del 6,8% rispetto agli stessi mesi del 2023. È una strage infinita che parte da via Mariti ma che è proseguita fino a ieri l’altro nel palermitano". In apertura, una studentessa ha letto i nomi e le storie di alcune vittime sul lavoro, da Luana D’Orazio alla psichiatra Barbara Capovani. "Quella delle morti sul lavoro è una conta inaccettabile - ha tuonato Nardella –. Noi siamo veramente stanchi di ascoltare solo parole, sono stanchi i parenti delle vittime, e tutti coloro che si battono per una battaglia di civiltà".
E ancora: "Le bare che sono qui in piazza della Signoria sono un’immagine fortissima e inequivocabile, è un modo per dire basta davvero – ha aggiunto il sindaco di Firenze –. Il governo è in carica da quasi due anni e non ha approvato una misura davvero incisiva su questo tema. Noi vogliamo regole chiare che disciplino i cantieri, contro gli appalti e i sub appalti a cascata. Vogliamo che gli operai abbiano dei badge digitali e rigettiamo l’idea di una patente a punti per le aziende. Quanti punti vale una vita umana? Vergognoso che, pagando, si possano recuperare i punti. Le aziende responsabili di queste morti non devono più poter lavorare". Non manca poi una stoccata all’avversario Schmidt. "Vergognoso che faccia campagna elettorale coi morti di via Mariti".
È poi intervenuto Ronzoni: "Abbiamo chiesto al governo di inasprire le pene ma soprattutto di liberare risorse per fare prevenzione, per aumentare gli ispettori, per assumerli. Ci hanno detto che non ci sono le risorse, ma noi abbiamo replicato che ci sono due miliardi di euro che ogni anno il bilancio dell’Inail non consuma e che dovrebbero essere utilizzati per fare prevenzione". "Gran parte degli incidenti avvengono – ha proseguito – perché il sistema degli appalti e dei subappalti a cascata non permette più il controllo della situazione per cui è una questione che riguarda soprattutto il profitto. Noi ribadiamo che una vita vale più del profitto, ed il profitto non può essere superiore a qualunque vita".