PIETRO MECAROZZI
Cronaca

“È gastroenterite”, ma lui muore. Diagnosi sbagliata a Careggi, oltre 500mila euro di risarcimento a moglie e figlia

Ricoverato dopo essere svenuto e con dolori al torace, il cinquantenne viene subito dimesso. Dopo due giorni, viene operato d’urgenza ma non sopravvive

Un intervento chirurgico (foto di repertorio)

Un intervento chirurgico (foto di repertorio)

Firenze, 25 agosto 2024 – Un dolore al torace, lo svenimento, la corsa al pronto soccorso di Careggi in codice rosso. Nove ore dopo, nonostante i dolori lancinanti e i continui episodi di vomito e diarrea, la dimissione dall’ospedale in codice verde con diagnosi di "gastroenterite acuta". Nulla di grave, insomma, un fastidioso e persistente mal di pancia, secondo i medici. Passano 59 ore (due giorni e mezzi), nelle quali l’uomo, 50enne all’epoca dei fatti, soffre le pene dell’inferno, non riuscendo neanche ad alzarsi da letto o a mangiare. C’è un nuovo ricovero: questa volta al Santa Maria Annunziata (ospedale Torregalli), dove i medici dopo alcuni esami individuano una dissecazione dell’aorta - quando si lacera e si separa dallo strato intermedio della parete stessa – e trasferiscono d’urgenza l’uomo in una sala operatoria di cardiochirurgia. L’operazione, delicata e complessa, è perfettamente riuscita, ma alle 13.30 dello stesso giorno l’uomo muore a causa della necrosi degli organi intestinali che non erano stati irrorati dal sangue dell’aorta. I fatti risalgono a febbraio del 2013 e, pochi giorni fa, dopo oltre undici anni di attesa e battaglia giudiziaria, la giovane figlia e la moglie della vittima – assistite dall’avvocato Gianfranco Donatti – saranno risarcite con oltre 250mila euro ciascuno dalla Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi.

A deciderlo è stata la quarta sezione civile della Corte di appello, che ha confermato parzialmente la sentenza di primo grado e condannato la società, oltre al mezzo milione di danno da perdita parentale, anche a rimborsare 20mila euro di danno subito dalla vittima che viene trasferito ai suoi eredi, e circa 60mila euro di spese legali.

Nelle motivazioni, i giudici, snocciolando le evidenze riscontrate dai consulenti tecnici, evidenziano come sia stata tenuta da parte dei medici del pronto soccorso di Careggi una condotta "gravemente negligente e violativa delle linee guida inerenti la valutazione della sintomatologia del dolore toracico". In altre parole, pochi e non mirati gli esami svolti dal personale medico, che con una diagnosi puntale avrebbe potuto individuare la patologia, operare l’uomo e – secondo le statistiche riportate negli atti – salvarlo. Ma ciò non è successo , nonostante i numerosi campanelli d’allarme: il 50enne, secondo i testimoni, è infatti uscito dall’ospedale sorretto dalla figlia e dall’allora fidanzato in quanto non in grado di tenersi in piedi autonomamente.

I sintomi di malessere, soprattutto gli episodi di vomito e diarrea, avrebbe poi dovuto far riflettere i camici bianchi di Careggi, perché strettamente legati – stando alla letteratura scientifica – ai casi di dissecazione dell’aorta. "Giustizia è stata fatta – commenta il legale Donatti –, abbiamo anche cercato di dialogare con Careggi, ma il rifiuto totale al confronto ci ha costretti a 10 anni di causa".