MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Morto Glauco Mauri, Marco Giorgetti: “Il più grande di tutti. Teatro della Pergola pieno della sua leggenda”

A Firenze avrebbe aperto la nuova stagione della Pergola. Marco Giorgetti: “Ci lascia il maestro assoluto”

Glauco Mauri racconta William Shakespeare

Glauco Mauri racconta William Shakespeare

Firenze, 29 settembre 2024 – Il mondo del teatro è in lutto per la morte di Glauco Mauri, decano del teatro italiano. Una vita per il teatro e sul palcoscenico da 70 anni, avrebbe compiuto 94 anni il primo ottobre. Nato a Pesaro nel 1930, interprete di Shakespeare, Molière, Pirandello, Dostoevskij, Goldoni, con coraggio e passione Mauri è stato per settant'anni in scena: era atteso anche a Firenze avrebbe aperto la stagione 2024-2025 della Pergola.

«Oggi ci lascia il più grande di tutti, il maestro assoluto, il 'sempre giovane’ perché il solo a incarnare la suprema raccomandazione di Barrault di 'conservare sempre nei confronti del teatro una sorta di verginità permanente’». Così Marco Giorgetti, direttore generale del Teatro della Toscana di cui fa parte la Pergola, teatro fiorentino «pieno della sua leggenda, che si è realizzata in tempi più o meno vicini, più o meno lontani, non importa, in un tempo che non è più tempo, da quel suo primo Portinaio del 'Macbeth' di solo 70 anni fa».

Proprio Mauri col De Profundis di Oscar Wilde era stato annunciato a giugno scorso come l'artista che avrebbe aperto la stagione 2024-2025 della Pergola. «Glauco, il grande sciamano del teatro sacro, e insieme di quello rozzo e di quello popolare, secondo le definizioni di Brook - dice sempre Giorgetti -, il nostro Chaplin, come diceva Strehler, più grande di Chaplin perché, oltre a incarnare la sua propria poetica e a dirigere sé stesso, ha saputo mettersi al servizio dei grandi autori e dei grandi registi per dare vita con umiltà ai loro personaggi, ha saputo cambiare costantemente, restando sempre profondamente coerente con il fuoco originario del teatro, nella imprevedibilità dello stupore che ha suscitato qualunque fosse il suo essere in scena». Il teatro «è con Glauco - conclude Giorgetti - 'essere in un costante eterno presente’, e chi di noi ha imparato da lui il sogno del teatro che diventa poesia, trasmesso dal suo maestro Costa, non potrà mai perderlo. Per questo il premio della Medaglia degli Immobili, riconoscimento del suo essere parte della Pergola per averla fatta e conformata, gli fu consegnato non dal direttore ma dal più giovane degli allievi della Scuola. Resta immortale il ricordo di quel momento di due ragazzi emozionati e entusiasti». Maurizio  Costanzo