MARTINA STRATINI
Cronaca

Morto sul lavoro, i sogni infranti di Zahid. Fuggito dal Pakistan per cercare il futuro

Perseguitato in patria, in Italia con un permesso per protezione speciale. L’accoglienza in un centro di Dicomano, poi una casa con il fratello: ecco chi era l’operaio che ha perso la vita dopo l’infortunio di giovedì

Nel riquadro, la vittima dell'incidente sul lavoro

Firenze, 30 marzo 2024 – Una tragedia che unisce l’intera Valdisieve, che mette la Toscana ancora una volta in ginocchio a poco più di un mese dal crollo di via Mariti. La vita spezzata di Muhammad Zahid Qureshi, 36 anni, a causa dal terribile incidente sul lavoro avvenuto a Sieci, a Pontassieve, ci insegna ancora una volta quanto sia chiaro, ma allo stesso tempo inesorabile, il filo che collega i nostri progetti per il futuro ed il destino.

Zahid voleva farcela, voleva essere un esempio per quelli come lui. Zahid voleva, aveva trovato un lavoro e ci era quasi riuscito ma non è bastato: i suoi progetti si sono fermati nel tardo pomeriggio di giovedì quando il suo cuore ha smesso di battere.

Immigrato dal Pakistan nel 2021, insieme al fratello Saddam, a seguito di comportamenti persecutori da parte di un familiare, avevano deciso di venire in Italia per trovare una stabilità sociale e economica: un percorso che permettesse loro di condurre una nuova vita lontana dalle minacce che erano costretti a subire.

Ad aprile 2021 avevano trovato accoglienza in un Cas della Piana mentre nel 2022, a seguito dell’assegnazione del permesso di soggiorno per Protezione Speciale migranti (concesso solo a chi corre il rischio di subire nel Paese di origine un grave danno), hanno fatto accesso al centro Sai di Dicomano dove Zahid è rimasto fino a ottobre scorso quando ha trovato lavoro alla ditta di recupero di materiale ferroso "Ferraiolo 2000" dove è successo l’incidente.

"Qui al centro siamo tutti sconvolti, dagli educatori agli ospiti. Purtroppo nel mio caso è la seconda volta che mi succede, fa sempre male ma per Zahid un po’ di più perché era impossibile non affezionarsi a lui e volergli bene.

Era una persona altruista, solare, estremamente sorridente e con grande senso propositivo e non sono frasi fatte", racconta Simone uno degli educatori.

«La sua grande positività e la forza gli avevano permesso di superare gli ostacoli che gli si erano posti nel tortuoso percorso verso una stabilità economica e sociale. La cosa che fa più male è che ce la stava facendo, era riuscito a trovare una casa ed un lavoro contribuendo nel dare anche una mano alla mamma in Pakistan con la quale aveva un grande legame. Per il fratello avrebbe fatto di tutto. Lui qui era un punto di riferimento per tutti e nonostante fosse uscito lo cercavano ancora e dava molti consigli perché per gli altri rappresentava chi ce l’aveva fatta. Una speranza per il futuro per questi ragazzi. Mancherà a tutti non vederlo più tornare a salutarci ed il suo immancabile sorriso entrando in ufficio".

"Una terribile tragedia che colpisce profondamente la nostra comunità", dice la sindaca di Pontassieve, Monica Marini. Grande icordoglio anche del sindaco di Dicomano Stefano Passiatore. "Una vita, nata una seconda volta dopo il percorso di migrazione, che è stata spezzata", ha dichiarato. Non appena saranno sciolti tutti i nodi burocatici, per volere del fratello e della famiglia, Zahid farà ritorno in Pakistan. L’ultimo saluto ai suoi sogni infranti.