Firenze, 2 gennaio 2024 - Due ventenni indagati per omicidio volontario in concorso. Non si è ancora chiuso, ma il cerchio disegnato dal pm Antonio Natale che sta coordinando nelle indagini i carabinieri di Signa e quelli del nucleo investigativo di Borgo Ognissanti si stringe. E lo fa su due figure che, al momento, potrebbero essere centrali per fare chiarezza sulla morte Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate all’alba di domenica a Campi Bisenzio, nell’hinterland fiorentino dopo una serata in discoteca.
Si tratta di due giovani, amici tra loro, italiani di seconda generazione e residenti a Campi, uno nato a Prato e l’altro a Firenze e tutti e due difesi da avvocati di fiducia. A entrambi è stato notificato un avviso di garanzia, sono stati perquisiti ed i loro cellulari sono stati sequestrati, anche se a loro carico non è stata emessa nessuna misura restrittiva. A essere fondamentale potrebbe essere l’esito dell’autopsia che sarà eseguita oggi sul corpo della vittima all’istituto di medicina legale di Careggi.
L’incarico della procura è stato conferito al medico legale, Susanna Gamba che cercherà risposte nelle lesioni riportate dal 17enne sul corpo. Si tratta di almeno cinque ferite penetranti da taglio su ventre e schiena: nella zona del rachide lombare, a livello di emitorace sotto il capezzolo e anche oltre lo sterno, oltre a una taglio intorno al sopracciglio. I genitori di Maati vedranno il corpo del figlio per il riconoscimento e potranno così dargli così un ultimo saluto prima dell’esame. Ma cosa ha scatenato quella notte di sangue e chi è il colpevole? E quali sono le armi o l’arma con cui è stato ucciso?
Le indagini intanto vanno avanti e un ruolo fondamentale, per ora, lo hanno avuto i video delle telecamere acquisiti, tra cui quelli dei sette occhi elettronici sul bus della linea 30 di Autolinee Toscane. Lo stesso mezzo che il 17enne stava aspettando e che lo avrebbe ricondotto alla stazione di Santa Maria Novella dalla quale prendere il treno per Certaldo dove abitava con la madre. Proprio in uno dei video si vedrebbe un gruppo composto da almeno quattro persone dirigersi verso il 17enne pochi istanti prima che riesca a salire sull’autobus.
Ieri i carabinieri sono tornati a Campi per un nuovo sopralluogo: a essere passato in rassegna è stato anche il palo divelto di un cartello stradale. Potrebbe essere stata questa l’arma, usata a mo’ di spranga, con cui Maati ha cercato di difendersi o una di quelle con cui è stato attaccato. Le ricerche si starebbero focalizzando anche sul resto del gruppetto di quattro persone riprese dal video.
La certezza, al momento, è che chi ha assalito il ragazzo, non ha avvisato i soccorsi visto che il suo corpo è stato ritrovato già esanime da un passante. Resta al momento sconosciuto anche il movente, le prime ipotesi investigative si erano dirette verso una lite scoppiata dentro o all’esterno della discoteca di Campi il cui il giovane aveva trascorso la serata, almeno fino alle 3 di notte per poi essere trovato senza vita in strada fra le 5 e le 5.30. Ad essere ascoltati sono stati anche alcuni conoscenti di Maati. La vittima viveva con la nonna, la sorella e la madre a Certaldo. Sabato sera aveva scelto di andare alla discoteca di Campi, a circa cinquanta chilometri da casa sua. Ma quel marciapiede dove è stato ucciso a poca distanza dal locale è diventata la sua tomba. Lì dove ieri sono comparsi nuovi fiori e bigliettini di saluto. Alcuni recitano: “Vola più in alto che puoi” e un altro: “Perdonaci tutti, peccato”.