
Romano Puliti era il titolare di “Ringo’s”
Firenze, 6 febbraio 2019 - Il locale, mitico, l’aveva chiuso sette mesi fa. «Smetto, con i turisti non ci si fa, mi chiedono il cappuccino con tonno e cipolle». Ma forse non l’aveva raccontata giusta. Forse c’era dell’altro. Perché a sette mesi dalla “morte” di Ringo’s, il ristorante frequentato da Tognazzi e da Celentano, da Gino Paoli e Ornella Vanoni, da Renato Zero e Claudio Baglioni, da Renzi e Berlusconi fino ad Andrea Della Valle, se n’è andato anche lui.
Il leggendario “Ringo”, che in realtà si chiamava Romano Puliti, e che avrebbe compiuto 80 anni a novembre. Che aprì in borgo San Jacopo con la moglie Mariella, lui 27 anni e lei appena 22, la sera prima dell’alluvione del 1966, «Madonna come piove»: le parole che hanno sempre ricordato di quella sera. Ringo, come dire l’hamburger.
Il primo. Molto prima di McDonalds’. Cinquantadue anni di hamburger. «E che hamburger», ricorda Gianni Mercatali, principe delle pr ma soprattutto anima delle notti fiorentine, «era un filetto di due etti tritato, te lo serviva con il pane fatto apposta o con la focaccia che scaldava mentre nella boule magheggiava una delle sue favolose insalate, e insieme ti versava champagne».
«Da cinque anni era malato e aveva passato il timone e la maestria, alla figlia Marianna. Ma resta indimenticabile il modo in cui ti squadrava, e trovava da ridire per come ti vestivi o per la persona che ti accompagnava»: parole di Franco Faggi, imprenditore. Sarà lui a ricordarlo, oggi al funerale alle 15,30 in Santa Felicita. Perché Romano, anzi Ringo, abitava a Scandicci, «ma era un vero sanfredianino».
Paolo Pellegrini