Hanno superato l’ingiuria del tempo e i danni causati dai ladri d’arte. Ma a distanza di millenni, quelle lastre di pittura etrusca trasmettono ancora la voce degli artisti del passato e raccontano le eterne storie dei miti antichi. Sono quattro le tavole in terracotta, dipinte e ancora integre, datate alla fine del VI secolo a.C., esposte da oggi, al Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Maf), un tesoro recuperato a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza, che consente ora, dopo un accurato restauro, di recuperare la visione etrusca degli eroi classici, attraverso una straordinaria tavolozza di colori.
“Visioni di miti e riti etruschi a Firenze” è il titolo della mostra che proseguirà fino al 7 settembre, all’interno della quale è esposta anche un’altra recente acquisizione, il “Viaggiatore etrusco”: un ulteriore straordinario frammento di lastra dipinta che conserva il profilo di un giovane dalla ricca acconciatura in tenuta da viaggio, che potrebbe in realtà essere il costume di scena di un attore intento in una performance a soggetto mitologico. Il frammento, ritrovato a Cerveteri in epoca imprecisata, è rimasto in collezioni private americane fino al 2020, quando è stato acquistato dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano, con l’intento dichiarato di cederlo allo Stato, consegnandolo poi alla Soprintendenza.
Il direttore del Maf, l’etruscologo Daniele F. Maras, è stato parte sin dall’inizio del gruppo di lavoro della Soprintendenza che ha studiato le lastre e le ha restituite alla fruizione pubblica. "Grazie a iniziative espositive come questa, che fa seguito a una breve anteprima nella primavera del 2024 a Vetulonia – spiega il direttore Maras –, si porta a compimento il ciclo della tutela per le quattro lastre, dalla protezione, assicurata dalla Guardia di Finanza, alla conservazione, resa possibile dalla Soprintendenza, fino alla valorizzazione, garantita nel contesto del Museo. Solo così lo sguardo etereo di Pentesilea, l’esuberante vitalità della coppia in corsa, l’esplosione di colori delle ali di Hermes, i gesti enigmatici degli aruspici torneranno a svolgere la funzione per cui sono stati creati: comunicare con il pubblico e trasmettere la voce degli artisti del passato".
Questi sono infatti i protagonisti delle storie dipinte, con il duello tra Achille e Pentesilea, regina delle Amazzoni, col messaggero degli dèi Hermes dalle ali variopinte e con in mano uno scettro; e un uomo biondo dalla carnagione rossa che brandisce un ramo dalle foglie dorate mentre insegue una donna dalla chioma riccia armata di arco, indivisuati come Apollo e Artemide".
Dopo essere stato presentato a Venezia e a Roma, il Viaggiatore è tornato così in Etruria per essere esposto a Firenze assieme ad altri capolavori dell’arte etrusca. "Il patrimonio culturale – conclude Maras – compie la propria missione quando è messo in condizione di raggiungere il pubblico e di promuovere lo sviluppo della cultura. È questo lo scopo di una mostra su opere della pittura antica come quelle che presentiamo oggi, che – sebbene rimaste prive di contesto a causa degli scavatori clandestini – continuano ancora a narrare per immagini la storia, il mito e l’arte".
La mostra è il risultato della collaborazione tra istituzioni pubbliche che vede, accanto al Museo Archeologico di Firenze e alla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza - Sezione Tutela Beni demaniali e di interesse pubblico, la Soprintendenza di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, in accordo con la Direzione regionale Musei nazionali della Toscana.