REDAZIONE FIRENZE

Mostro di Firenze, il mistero della cartuccia

Si torna a parlare di questo giallo. La Beretta 22 - l'arma usata dal Mostro - è uno dei punti fermi questa inchiesta pluridecennale

Uno dei delitti del mostro di Firenze

Firenze, 6 giugno 2023  – Mostro di Firenze: la cartuccia trovata nell'orto di Pietro Pacciani a Mercatale Val di Pesa (Firenze) non era mai entrata in una pistola Beretta calibro 22 secondo due recenti perizie del Ris dei carabinieri. Lo avevamo scritto noi della Nazione (LEGGI QUI L’ARTICOLO) il 13 luglio del 2022. 

Oggi ne hanno parlato a Cusano Italia Tv un pool di avvocati e consulenti di alcuni parenti di vittime del cosiddetto Mostro di Firenze - tra cui gli avvocati Antonio Mazzeo, Alessio Tranfa, il consulente Paolo Cochi - ribadendo le loro perplessità, come fanno ormai da qualche anno, sulla vicenda dei duplici delitti che avvennero sulle colline di Firenze dal 1968 al 1985. La Beretta 22 - l'arma usata dal Mostro - è uno dei punti fermi questa inchiesta pluridecennale.

"Due perizie del Ris e una perizia di Davide Minervini, il consulente balistico del pm - ha spiegato il pool -, dimostrano che il proiettile ritrovato nell'orto di Pacciani nel 1994 non è mai stato incamerato in una pistola Beretta calibro 22, quindi non può essere un indizio o una prova. Questo non comporta che Pacciani non sia il Mostro ma viene a mancare la prova regina, quindi a livello probatorio e anche indiziario non c'è niente contro Pacciani”.

La novità, hanno spiegato, è nell'essere venuti a conoscenza delle due perizie del Ris, risalenti al periodo 2019-2020, perché erano tra gli atti allegati dal gip di Firenze al fascicolo con cui la procura aveva chiesto l'archiviazione di un'indagine per depistaggio relativa al bossolo trovato nell'orto di Pacciani. L'archiviazione, secondo quanto appreso, è per decorrenza dei termini, gli eventuali depistatori restano ignoti.

“A noi queste cose non quadrano. Il ritratto di Pacciani come Mostro di Firenze è il risultato del lavoro della stampa che ha dato per certo qualcosa che non è tale e anzi Vanni e Lotti erano sicuramente estranei alla vicenda", ha affermato Paolo Cochi convinto che “dentro le carte dell'inchiesta ci sono cose che prima non si sapevano e potrebbero esserci altre sorprese”.

Ha poi affermato l'avvocato Mazzeo: "L'unica volta che abbiamo potuto avere accesso agli atti attraverso non la procura, ma attraverso il gip che ha emesso alcune istanze in contrasto con l'indirizzo della procura, è venuto fuori che il proiettile trovato nell'orto del Pacciani era farlocco”.

L'avvocato Tranfa ha aggiunto che "paradossalmente questo proiettile prova l'innocenza di Pacciani. Si vede che era stato messo da qualcuno. Molto strano che sia stato rinvenuto in un giorno di pioggia grazie ad un luccichio” nell'orto.

Secondo questo pool, incaricato dai parenti di Carmela De Nuccio, uccisa nell'agguato di Scandicci nel 1981, e di Jean Michel Kraveichvili, trucidato a Scopeti nel 1985, "tre duplici omicidi, quindi sei giovani non hanno alcun giudicato; per quanto riguarda gli altri quattro duplici omicidi ci sono sentenze passate in giudicato che non convincono affatto”, “il Mostro di Firenze non erano né Pietro Pacciani né i cosiddetti 'compagni di merende’. Esistono prove, testimoni e identikit che portano su tutta un'altra strada”.

Il pool sempre a Cusano Italia Tv ha lamentato la difficoltà di accesso agli atti presso la procura di Firenze. L'avvocato Antonio Mazzeo ha dichiarato: "Dopo una lunga battaglia io ho due decreti di autorizzazione. Chiedevamo la prima perizia del genetista Ricci della procura e l'8 novembre 2022 la sostituta Beatrice Giunti ci ha autorizzato all'estrazione della copia della consulenza. C'era poi un elenco di dieci documenti e siamo stati intanto autorizzati a estrarne due. Naturalmente occorreva tempo per cercarli e fornirceli. Dall'8 novembre sono passati sette mesi e tutto tace. Da un punto di vista giuridico la mia richiesta ha avuto esito positivo ma se poi non mi danno le carte è come se mi avessero dato esito negativo”.

“Noi - ha anche detto Mazzeo illuminando la 'pista’ individuata con indagini difensive - ci muoviamo sulla base di indagini svolte dai carabinieri di Borgo San Lorenzo in cui si individuano dei sospetti. Tuttavia questi sospetti non sono nell'elenco della procura. Siamo dovuti passare anche attraverso interrogazioni parlamentari per avere questi documenti”. “Questa vicenda - ha concluso - risale a oltre 50 anni fa, ci sono state tre generazioni di giudici ed avvocati. È vero che la vicenda è vecchia ma è di stretta attualità. Ipotizziamo che la nostra idea che nasce dalle indagini dei carabinieri risulti fondata, chi oggi si sta accanendo a negare l'accesso a queste carte vuole che si abbia di lui un ricordo negativo?”.

Il prossimo 25 ottobre ci sarà udienza davanti al gip di Firenze per discutere dell'istanza di opposizione che l'avvocato Vieri Adriani, per conto dei parenti di Nadine Mauriot, all'archiviazione della posizione dell'ex legionario Giampiero Vigilanti come presunto autore di omicidi. L'udienza era prevista oggi ma è stata rinviata.