
La pm Ornella Galeotti e, dietro, la collega Beatrice Giunti
FIRENZEI capelli del sospettato di essere il mostro di Firenze, secondo un identikit, non erano "rossi" ma "mossi". E soprattutto la pistola che il soggetto in questione avrebbe detenuto, una Beretta calibro 22 rubata in un’armeria di Borgo San Lorenzo nel 1965, non poteva essere in suo possesso perché ritrovata, confiscata e rivenduta all’asta giudiziaria negli anni ’70. La procura ha risposto con un rigetto all’istanza di un legale di una parente di una vittima del delitto del giugno del 1981, riguardo all’acquisizione di atti investigativi dell’inchiesta ’Mostro’ mirati a corroborare la cosiddetta pista dell’"uomo del Mugello". Ipotesi che prende corpo da vicende che, secondo la procura, "sono state equivocate e ricostruite in modo tale da proporre deduzioni mendaci". L’"uomo del Mugello", che prima che cominciasse la serie di omicidi del mostro con il duplice assassinio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco a Signa era stato indagato per il furto all’armeria “Guidotti“, secondo gli accertamenti svolti dalle pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti non venne trovato in possesso di cartucce bossoli compatibili con l’arma del serial killer, ma di alcune munizioni (2 cartucce e due bossoli già percossi) da carabina. La pistola rubata all’armeria, una modello 75, non è stato riscontrato che egli l’abbia mai posseduta.Questa arma, infatti, venne sequestrata dalla polfer di Rimini il 1 dicembre 1970 a B.L. (persona diversa dal sospetto), e rivenduta a un’asta giudiziaria due anni dopo, sempre a Rimini, ed acquistata da un altro soggetto ancora, M.V., che la deteneva quando nel 1990 la procura fece accertamenti, sempre in relazione al mostro, su quel vecchio furto all’armeria di Borgo. Rigettata anche la richiesta di accedere alle bobine di due telefonate anonime, una alla pm Silvia Della Monica e una ai carabinieri nella notte del delitto di Vicchio: "Dovrebbe apparire evidente che nessun reperto custodito dalla procura possa mai essere consegnato alle parti private", scrivono le pm.ste.bro.