di Stefano Brogioni
Firenze
Trentanove anni dopo, Rosanna De Nuccio cerca ancora giustizia per sua sorella Carmela, trucidata dal mostro assieme al fidanzato Giovanni Foggi nel giugno del 1981 a Scandicci. All’udienza del prossimo primo ottobre, in cui si discuterà delle sorti dei due ultimi indagati per gli otto duplici omicidi che hanno insanguinato le campagne fiorentine tra il 1968 e il 1985, il legionario di Prato Giampiero Vigilanti e il medico Francesco Caccamo, sarà rappresentata da un avvocato, Antonio Mazzeo. La nomina del legale è già stata depositata al pm Luca Turco, ora titolare dell’inchiesta mai chiusa sui delitti ereditata dal collega Paolo Canessa.
"Voglio andare a fondo sul delitto di Carmela- dice la donna -. Nessuno potrà restituirmi mia sorella, ma una ricerca seria della verità è un atto dovuto nei confronti di quei poveri ragazzi uccisi".
La famiglia De Nuccio non si era costituita negli anni ’90 contro Pietro Pacciani e i compagni di merende, perché poco convinta di quella strada intrapresa dalla magistratura all’epoca. Per l’omicidio di Carmela, inoltre, la giustizia non ha mai individuato un colpevole. Secondo le sentenze, infatti, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, complici di Pacciani e condannati in via definitiva, entrarono in scena solo dal 1982, quando il mostrò uccise, a Baccaiano, Antonella Migliorini e Paolo Mainardi.
Chi c’era invece a Mosciano, quando per la prima volta l’assassino oltre alla ’solita’ pistola calibro 22 che aveva già ucciso a Sagginale nel 1974 (e successivamente si scoprirà anche a Signa nel 1968), effettuò una macabra escissione al pube di lei?
Se lo chiede anche Rosanna, il cui mai sopito interesse alla verità per sua sorella si è risvegliato quest’estate, dopo aver letto un libro sui delitti del documentarista Paolo Cochi. Cochi sarà anche consulente dell’avvocato della De Nuccio.
Pure Mazzeo è un esperto di questa storia infinita: è stato uno dei difensori del postino Mario Vanni, condannato all’ergastolo per quattro duplici omicidi. Ma quella verità giudiziaria oltre che zoppa, a 35 anni di distanza dall’uscita di scena del killer, non sembra neanche così convincente. Le stesse indagini ancora aperte della procura di Firenze tratteggiano un quadro fosco, indipendentemente da quello che sarà il destino del fascicolo nei confronti del legionario Vigilanti: un secondo fascicolo è aperto per depistaggio. Il primo ottobre appuntamento dal giudice Angela Fantechi, dove un altro rappresentante delle vittime, l’avvocato Vieri Adriani, si oporrà alla richiesta di archiviazione della procura.