STEFANO BROGIONI
Cronaca

Mostro di Firenze, il cadavere di Vinci sarà riesumato

“Francesco potrebbe essere vivo”. La moglie è convinta di averlo visto. Incarico a un genetista per comparare il dna con i figli

MOSTRO FRANCESCO VINCI

rancesco Vinci (archivio storico New Press Photo)

Firenze, 15 settembre 2024 – E’ di Francesco Vinci il corpo che venne ritrovato carbonizzato, assieme al ’servo pastore’ Angelo Vargiu, in una Volvo nella campagna pisana di Chianni nell’agosto del 1993?

E’ un dubbio che la moglie di Vinci, Vitalia Melis, si è tenuta dentro per oltre 30 anni. E ora, affidandosi al detective David Cannella, della Falco Investigazioni di Lucca, il cadavere del sardo, che nel 1982 venne anche arrestato e scagionato da un successivo delitto avvenuto mentre si trovava in carcere con l’accusa di essere il mostro, sarà riesumato.

Dell’atto, che si concretizzerà nei prossimi giorni, è stata informata la procura. Le spoglie dimorano nel cimitero di Montelupo, il paese in cui Vinci viveva. Cannella, che ha fatto parte anche del pool difensivo di Pacciani, da sempre convinto che la soluzione del mistero del mostro stia nel primo omicidio avvenuto nell’agosto del 1968 a Signa, ha ingaggiato un genetista forense, Eugenio D’Orio, e un medico legale, Aldo Allegrini, per ricavare una dna.

Il retroscena. Ma perché la riesumazione? La moglie di Vinci soltanto a pochi aveva confessato una sua intima convinzione. E cioé che suo marito fosse ancora vivo. Alcuni mesi dopo la morte, lei è sicura di averlo visto. Una suggestione? Di certo, a far montare il mistero, contribuisce anche la mai chiarita fine del fratello di Francesco Vinci, Salvatore. Pure lui sospettato di essere il mostro (la sua posizione venne archiviata nel 1989, con l’ordinanza Rotella, la sentenza che chiuse, almeno giudiziariamente, la “pista sarda“), alla fine degli anni ’80 sparì. Cannella è convinto che oggi sia ancora vivo, in un paesino della Spagna.

E anche Francesco - è l’ipotesi dell’investigatore - potrebbe aver inscenato la sua morte. “Nel 1993 il riconoscimento dei familiari, davanti a un corpo ridotto a poltiglia, venne effettuato sull’orologio e la fede”, spiega Cannella. Se il genetista riuscirà ad estrapolare un dna, verrà comparato con quello dei figli. In questo modo si avrà la certezza che Vinci sia davvero morto. Ma anche un ulteriore campione genetico da consegnare alla bancadati dell’inchiesta infinita. “C’è ancora del dna ignoto sulla tenda di Scopeti”, dice lo 007, pure lui convinto che quel delitto non sia avvenuto la domenica, ma prima. Insomma, per un motivo o per un altro, vale la pena conoscere l’esito di questa ultima, clamorosa iniziativa.