STEFANO BROGIONI
Cronaca

Mostro di Firenze, l'intervista esclusiva a Vigilanti. "Su di me nessuna prova"

L'ex legionario che vive a Prato svela i dettagli dei suoi legami coi delitti

Giampiero Vigilanti è indagato per i delitti del Mostro

Prato, 28 aprile 2018 - Ha conosciuto i sardi e i compagni di merende. Ha incontrato il medico perugino Francesco Narducci. Ha avuto tante pistole, anche una Beretta Calibro 22. E ha fatto pure la comparsa, in Amici Miei. Ma questo non è un film: sono le parole di Giampiero Vigilanti, l’ex legionario indagato per otto duplici omicidi del mostro di Firenze. E’ in bicicletta, alle nove e mezzo del mattino, nella sua Prato. L’immancabile cappellino della legione in testa. E un anellone color argento alla mano destra.

Un testimone del 1984 disse all’epoca che c’era una persona che insistentemente guardava questi ragazzi prima del delitto. Descrive una persona alta, robusta, ben vestita con un grosso anello al dito proprio come questo che lei c’ha stamattina. Ora non so se...

"No, gli era differente. Quello che avevo io gli era differente. Gli era d’oro e gli era differente".

E com’era, c’aveva un simbolo tipo della Legione?

"Sì, c’era due cose che le avevo fatte fare io, due cifre".

Però mi risulta che quando le hanno fatto la perquisizione non c’era più questo anello.

"No, sennò me lo prendevano, perché anche loro son furbi, m’hanno preso un monte di roba ma non l’ho più ritrovata".

Lo sa che a qualcuno sembra strano anche che le abbiano rubato le pistole?

"Ma io non avevo mica problemi delle pistole, le ho avute fino a un anno o due fa. In questi anni se le volevano prendere le avevano prese. Prima ne avevo una, poi ne avevo due, poi da due passai a quattro compresa quella 7.65 piccola, turca, che mi ha regalato il finanziere Olderico".

E anche questa è stata rubata?

"Tutte e quattro, erano nel cassetto".

E le lasciava nel cassetto così le pistole?

"In casa eh, chiuse, c’ho un cassetto di un mobile".

Ma chi ci si è infilato in casa sua?

"C’è entrato uno che portava il gas. Se loro mi avevano lasciato libero e io potevo essere tranquillo altri tre o quattro giorni, io gli riportavo, gli portavo l’elemento che ha preso le pistole".

E invece?

"Ma siccome non ho avuto la possibilità di aspettare dopo io se glielo avessi anche detto dopo lui le pistole non le aveva più, le aveva belle e date via. Sicchè facevo la figura di merda io, eh".

Lo sa che c’avevano una calibro 22 Beretta anche i sardi, lo racconta il Calamosca.

"I sardi gli hanno tutto".

Raccontò che Salvatore Vinci ce l’aveva una Beretta.

"Ma di Beretta ce ne sono tante".

Lei l’ha mai avuta una Beretta?

"Come no. L’avevo. O un l’avevo la Berretta!?!"

Lei aveva anche la Beretta calibro 22?

"Certo. Ma anche quella americana era 22, ma solo che era americana, non era la stessa cosa".

E’ quella della fotografia?

"L’è quella lì americana".

Quella è la High Standard?

"Quella grossa".

E lei c’ha avuto anche una Beretta mi sta dicendo.

"Sì!"

In che anni ce l’aveva?

"Eh prima... Prima di quella lì".

Ma nell’85 quando fanno la perquisizione lei la Beretta non ce l’ha?

"La Beretta era la prima pistola che ho avuto quando andavo al tiro a segno".

Quando andava al tiro a segno, in che anni?

"Eh quando venni a Prato, presto".

Ma perché pensano a lei per il mostro di Firenze?

"Pensano che io lo sappia. Proprio che sia stato io, no. Ma che li abbia aiutati, che li abbia... non lo so...".

Ma lei lo ha capito perché lo hanno indagato?

"L’ho capitò sì"

E perché?

"Perché non hanno nulla".

Da testimone a indagato perché non hanno nulla? Forse hanno trovato qualcosa.

"Ma con me, sai, c’è tante cose che tornano bene. Conoscevo quello, conoscevo quell’altro. Vengo da Vicchio, una cosa e un’altra.. insomma, tante cose che combinano".

Lei in un’intervista del luglio dell’anno scorso disse di aver conosciuto anche il medico di Perugia.

"Sì, quello trovato morto. L’ho conosciuto sì".

E come ha fatto a conoscerlo?

"Così, è capitato di conoscerlo. A Vicchio".

A Vicchio anche il Narducci?

"L’ho conosciuto ma non stava a Vicchio, lui stava... non mi ricordo".

In che contesto l’ha conosciuto?

"Così, con altre persone. Il Narducci veniva lì, non era mica solo".

E con chi era?

"Eh con delle persone che io ora.. non me lo ricordo mica. Non era previsto a quei tempi di ricordarsene perché poi te lo richiedono".

Come mai non se la ricorda nessuno questa bastonata che dice di aver dato a Pacciani?

"Perché lui non fece la denuncia".

Ma una cosa del genere a Vicchio se la sarebbero ricordata.

"Eh ma uno può dire che è cascato, come son cascato io in bicicletta, che c’ho il bernoccolo nella testa, guardi... Potrei dire anche che mi hanno dato una bastonata, ma non me l’hanno data, sono cascato io con il vento, misi il piede, c’era la buca...".

Lei ha abitato a Roma?

"Sono stato a Roma per dei film, facevo la comparsa, ho lavorato in diversi film. Ho fatto anche la comparsa in Amici Miei, poi ho fatto anche con Ruggeri su Italia Uno".

In Amici Miei che ruolo ha?

"Fo il funerale, lavoravo all’Ofisa, venne Monicelli in via... coso.. a Rifredi, cercava uno, vide me e disse: perché non viene lei? Io dico: avoglia, e andai io a fare il funerale. Nel film ci sono io".

Lei ha abitato a Vaiano anche?

"In piazza dal Paoli, in piazza dove c’è la cooperativa su in alto, quando s’entra nella piazza a Vaiano, dopo la strettoia c’era la posta nella strettoia, a sinistra c’era questa casa, questo circolo, e lì s’aveva una camera io e la mia moglie".

E lì, però a un certo punto anche i sardi ci abitano. Ci bazzicava sia Salvatore Vinci, che Giovanni o Francesco Vinci. 

"Tutti e due".

Anche questa non la trova una coincidenza..

"Li ho conosciuti..."

...che in quegli anni per l’appunto conosce anche i sardi che sono sospettati del delitto del ‘68...

"Vabbè ma è una considerazione perché.. Perché li ho conosciuti perché erano lì, lavoravano uno dei due mi sembra lavorava non alla filatura dove andai io. Io andai alla filatura a pettine e loro erano in una fabbrica lì accanto. Sardi ce n’erano in quelle zone lassù, ce n’erano diversi".

Però lei ha conosciuto tutti..

"Eh, ho conosciuto.. Io ero nel mezzo, si può dire.."

Nel mezzo a cosa? A un medico di Perugia, al Pacciani di Mercatale, ai compagni di merende?

"Ti sembra poco? (risata)"

E come mai non è mai venuto fuori in tutti questi anni, ufficialmente?

"Perché io non ho mica da fare indagini... perché se io dicessi qualcosa e puta caso l’arrestassero questo qui, e fosse colpevole ammettiamo uno che io mi inventassi io. E starei più fermo dopo".

Perché?

"Se io riuscissi a scoprire uno?!"

Lei se l’è fatta la sua idea su chi è il mostro di Firenze?

"Non sono queste persone che cercano loro".

Il Pacciani era innocente?

"Loro si sono basati su quello insieme alla ragazza... ma lui gli ha fatto una rapina non era mica un mostro che ammazzava per amore".