STEFANO
Cronaca

Mostro: indagine imperfetta E irrisolta

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Stefano

Cecchi

La cosa certa è che, nonostante la verità giudiziaria, la vicenda del Mostro di Firenze resta ancora avvolta da dubbi, ombre, troppi misteri per poter essere archiviata nelle nostre coscienze. Ma davvero, 37 anni dopo l’ultimo omicidio, ha senso chiedere alla magistratura di riaprire le indagini? Davvero si pensa che in qualche misterioso faldone, occultato chissà perché, ci possa essere il particolare che, improvvisamente, illumina la vicenda del secolo scorso e fa luce su tutto? Cercare la verità non è mai sconveniente anzi, e questo lo si dovrebbe a quelle povere 16 vittime innocenti, principalmente ragazzi nella stagione dell’amore che hanno visto polverizzata la propria vita sotto i colpi sadici di uno o più maniaci. Per questo dolore irrisarcibile, loro e le loro famiglie si meritavano qualcosa di più. Si meritavano una giustizia più efficiente. Magari più silenziosa ma più efficace. Che mettesse in carcere meno gente ma che arrivasse a una conclusione certa, portando prove più concrete a sostegno di una ipotesi investigativa con troppi buchi per non essere contestabile. Perché, è vero, alla fine di lunghi anni di dibattimenti e di processi, la giustizia ha consegnato una propria verità, indicando in Mario Vanni e di conseguenza in Pietro Pacciani (nella foto) – che però è morto quando ancora era solo un imputato – i responsabili di quattro di quegli omicidi. Ma proprio per la parzialità della sentenza, proprio per le troppe domande inevase e le contraddizioni che tutta l’inchiesta si è portata addosso, la vicenda del Mostro di Firenze resta ancora un mistero sostanzialmente irrisolto. Che però, lo stesso, oggi tutto si merita tranne che una nuova indagine. Opinione ovviamente personale, ma a distanza di 40 anni da quell’orrore io non credo alla svolta risolutiva, vedendo piuttosto il rischio che comporterebbe il riaprire le pagine di quell’inchiesta imperfetta. Il rischio di un nuovo clima tossico di sospetti, di veleni, di ipotesi senza prove, utile non a trovare la verità ma a riempire solo nuovi spazi mediatici. Roba che non servirebbe a nessuno.