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Movida fiorentina, il caso spinoso va in tv a "L'Apriscatole"

Acceso dibattito su Italia 7. In studio il direttore de La Nazione Mancini, il prefetto Varratta e l'assessore Bettarini. In collegamento da Santo Spirito residenti infuriati

Controlli in Santo Spirito (New Press Photo)

Firenze, 7 ottobre 2014 - La (molesta) movida fiorentina argomento della prima puntanta della tramissione "L'Apriscatole" condotta da Gabriele Canè, andata in onda in prima tv questa sera. Ospiti in studio il prefetto Luigi Varratta, l'assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini e il direttore de La Nazione Marcello Mancini. In collegamento da piazza Santo Spirito, che proprio negli ultimi giorni è stata al centro dell'attenzione mediatica, Marco Stella (Fi) e Francesco Torselli (FdI) insieme ad alcuni residenti.

Chiasso, urinatoi a cielo aperto, rifiuti e illegalità: sono i problemi diffusi che lamentano i residenti. Ma come è cambiata negli anni la situazione? "Intorno al '94 la movida era un male di stagione. Qualche concertino, poi tutto finiva", dice Marcello Mancini che mette in evidenza la mancanza di una politica antidegrado: "Il Comune non l'ha perseguita con serietà". Marco Stella alza i toni: "Cos'ha fatto l'amministrazione negli anni? Ci vuole controllo del territorio e una pianificazione urbanistica". Bettarini replica: "Non vedo una piazza in preda alle orde di barbari. Abbiamo fatto un patto: è aumentata la presenza delle forze dell'ordine che ora sono in sei piazze e ci sono delle ordinanze precise. Sono stati multati i minimarket, quattro sono stati addirittura chiusi per una settimana".

Tutto bene dunque? "L'assessore venga qui - incalza una residente - glielo faccio fare io un giro del centro". Un invito che l'assessore accoglie. "Accetto l'invito al buio della signora".

"Sono stato in piazza sabato - interviene Mancini. Mentre le pattuglie della municipale erano in via Sant'Agostino, c'era la fila per andare a orinare dietro la chiesa. I patti sono inutili se poi i controlli non funzionano". 

E poi c'è il problema dei negozi storici che chiudono. "Così spuntano come funghi locali che somministrano alcol senza etica né regole", dice Aldo Cursano, presidente della Federazione toscana pubblici esercizi di Confcommercio

E' tutta colpa di un'ubriachezza molesta?  "I comportanti incivili sono indipendenti dal consumo di alcol", spiega il prefetto Varratta. Serve educazione dunque, oltre che repressione e vigilanza.