Riflessivo, abbastanza testardo e sognatore. Con una gran voglia di comunicare il suo mondo attraverso le canzoni. È Mattia Belardi, il cantautore originario di Desenzano del Garda, per tutti semplicemente Mr. Rain. L’artista, e il suo nuovo singolo ’Pericolosa’ sarà in concerto al Nelson Mandela Forum di Firenze domani sera (ore 21).
Come nasce la sua musica?
"Dalla necessità di comunicare con le persone che amo e soprattutto con me stesso. Essendo una persona molto introversa ho trovato nella musica l’unico modo per comunicare, la musica è come se fosse stata la mia prima voce. La musica è molto di più di un semplice hobby, passatempo o grande passione. Io ho bisogno di scrivere, ogni canzone è come se fosse una lettera che spedisco alle persone con cui voglio parlare".
E, infatti, i suoi brani sono sempre carichi di tematiche importanti...
"Visto che, fortunatamente, mi trovo in una posizione in cui posso arrivare a tante persone, voglio dare un contributo, essere un appoggio per gli altri. Le canzoni, i concerti, il palco del Primo Maggio o quello di Sanremo, ogni occasione è buona per cercare di trattare tematiche a cui mi sento molto legato".
Tra i vari temi anche la salute mentale? Perché è importante parlarne e come farlo senza essere retorici?
"Per me è fondamentale parlare di salute mentale, un argomento a cui mi sento legato. Ne ho parlato in ’Supereroi’, in ’Fiori di Chernobyl’e in tantissime altre canzoni. Racconto semplicemente quello che ho vissuto, quindi quello che provavo, pensavo, ciò di cui avevo paura. Nei miei concerti quando lo racconto sottolineo che l’importante è imparare sia a chiedere aiuto sia a mettersi a disposizione delle altre persone che hanno bisogno. Non dobbiamo giudicare, bensì imparare ad accogliere ogni cosa e soprattutto porgere una mano a chi è in difficoltà".
Ci racconta l’album ‘Pianeta di Miller’?
"Il titolo nasce perché sono fan del film ’Interstellar’. Ho fatto questa citazione per l’argomento principale di tutto il film, ovvero il tempo. Mi sono posto questa domanda: ’Tra 40, 50 o 60 anni quando ripenserò a ogni cosa che ho vissuto, sarò soddisfatto del tempo che ho dedicato a godermi la vita?’. Probabilmente no perché condizionato dal mondo che va fin troppo veloce, dal fatto sono sempre stato proiettato nel futuro. Quindi è una promessa che mi sono fatto, quella di imparare a dedicare, donare e dare il giusto tempo a ogni cosa perché non voglio perdermi niente, voglio imparare a rallentare il tempo".
Conosce Firenze? Quale è il suo legame con la città?
"Firenze è Firenze. Amo le persone e la città che è la più bella del mondo. Tutte le volte che passo con il tour trovo sempre tanto affetto. Non vedo l’ora di salire sul palco".