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Mugello: emergenze alluvionali e frane mettono a rischio infrastrutture

Le alluvioni e frane nel Mugello causano danni alle infrastrutture. Giani promette interventi urgenti per strade e ferrovie.

Una delle frane che ha interessato via Bolognese dopo l’ultima ondata di maltempo

Una delle frane che ha interessato via Bolognese dopo l’ultima ondata di maltempo

Cinque emergenze alluvionali dopo, il Mugello è ferito perché "mutato morfologicamente". Ma le piogge torrenziali del 14-15 marzo hanno "dato seguito a campanelli d’allarme che già avevamo", rivela il governatore Eugenio Giani una volta terminato il summit coi sindaci delle zone colpite. "La sensazione – ammette – è che ci sia stata un’emergenza sottaciuta: il terremoto del 2023 ha evidentemente determinato una serie di sconquassi che, unito ai cambiamenti climtatici, hanno cambiato interi corsi di fiumi". Frane e smottamenti hanno fatto il resto. Il risultato? La lacerazione di strade e ferrovie. Il problema dei problemi, specie per l’Alto Mugello, proprio questo combinato disposto. Dal summit con Anas, Autostrade, Trenitalia e RFI di ieri a Palazzo Strozzi Sacrati sono emerse luci e ombre.

STRADE

Partiamo dalla Bolognese. La statale 65 da domani dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, tornare ad essere percorribile. Con restrizioni, però. E con un senso unico di marcia alternato. Menzione a parte per la strada regionale 302. Un’arteria fondamentale che assicura il collegamento tra Borgo San Lorenzo e Marradi, colpita ma non affondata del tutto da eventi franosi in più punti. Sulla riapertura, il governatore Giani è stato categorico. Anche per smentire voci che prospettavano uno slittamento dei tempi di riapertura addirittura per il mese di settembre.

"La 302 è una priorità e riaprirà entro una decina di giorni – la promessa di Giani –. È una questione di tenuta dell’Alto Mugello. Altrimenti gli abitanti tornano a parlare di referendum per passare in Emilia, e io non lo posso accettare".

Il bollettino ufficiale parla quindi di una riapertura anch’essa con restrizioni e con il senso unico alternato di marcia, grazie a una serie di interventi di riassesto che vanno dalla rimozione delle frane lungo le carreggiate a un rafforzamento degli assi dei ponti. Sullo sfondo, restano gli interventi "strutturali" e "prospettici" per colmare la sete di collegamenti sicuri e efficienti che i sindaci del Mugello chiedono a gran voce, a prescindere dalle alluvioni. Il piano speciale del Mugello che Giani ha in mente di tradurre con risorse corpose già nel bilancio previsionale del 2026 potrebbe comprendere uno studio di fattibilità per realizzare una galleria di media lunghezza sotto la Colla. In più, la messa a terra definitiva – a braccetto con Autostrade – di un blocco da fluidificare della variante di Valico all’altezza del casello di Firenzuola.

FERROVIE

"La Faentina non può rimanere così", esclama Giani. La linea ha le ossa rotte. E la rimessa a nuovo impone una concertazione d’ampio respiro tra Comuni mugellani, quello di Firenze, la Regione, il governo nazionale e Rfi. I danni (da milioni e milioni di euro) impongono una presa di coscienza collettiva tra istituzioni. Le riattivazioni delle tratte procederanno a spizzichi e bocconi, step by step.

Domani dovrebbe arrivare il disco verde per la riapertura del tratto Contea – Rufina, sulla linea Firenze Borgo San Lorenzo via Pontassieve. Mentre la riattivazione del tratto San Piero a Sieve – Borgo San Lorenzo, sulla linea Firenze-Borgo via Vaglia, la Regione stima che "potrebbe avvenire tra il 10 ed il 15 aprile" (lì il collegamento Borgo-Firenze tornerà rapido). Impossibile, invece, fare previsioni per la riattivazione del tratto Borgo San Lorenzo-Marradi a causa degli ingenti danni.

"Il collegamento Marradi rimane senza tempistiche certe a causa di frane particolarmente gravi - ha spiegato l’assessore regionale alle Infrastrutture Baccelli -. L’isolamento dell’area è il problema maggiore, praticamente assoluto, considerando che sia la Faentina Strada che la Faentina Ferrovia sono attualmente inutilizzabili. La soluzione temporanea con bus più piccoli è necessaria, ma non risolve il problema strutturale della mobilità per i residenti e le attività economiche. L’idea di una programmazione complessiva che integri viabilità, mobilità e sicurezza idrogeologica è fondamentale, soprattutto alla luce dell’inasprirsi dei fenomeni franosi legati agli eventi atmosferici estremi. La fragilità del territorio, storicamente soggetto a frane e smottamenti, ora mostra criticità senza precedenti. A questo punto è essenziale ottenere certezze sui tempi di ripristino dei collegamenti ferroviari e pianificare interventi strutturali per ridurre il rischio di futuri isolamenti".

Fra.Ing.