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Firenze: Clet, multa da 40 euro per il cartello che già ne vale 2mila, "Io non imbratto"

I vigili urbani bloccano, sotto gli occhi della telecamera de La Nazione, il noto esponente della street art durante una sua installazione in via dei Calzaiuoli

Clet durante la sua incursione in via dei Calzaiuoli dopo la quale è stato multato

Firenze, 19 novembre 2021 - "Sono un artista, non sono un imbrattatore". Multa in diretta, sotto l'occhio delle telecamere de La Nazione, per Clet Abraham, il noto street artist di origini francesi che vive a Firenze. Conosciuto per le modifiche che apporta ai cartelli stradali, sistemando su di essi degli adesivi e giocando con i simboli del codice della strada.

Una attività che dalla legge non può che essere considerata al limite della legalità, andando ad intaccare quelle che sono proprietà comunali. Ma i cartelli modificati di Clet sono ormai anche oggetti di arte moderna che possono arrivare a valere anche alcune migliaia di euro. La diatriba con il Comune di Firenze va avanti da tempo. E nella mattina di venerddì 19 novembre, mentre il videomaker de La Nazione Michele Coppini stava raccontando il personaggio Clet, i vigili urbani hanno fermato l'artista.

Elevandogli, come già accaduto in diverse occasioni, una multa per aver, come si legge dal verbale, "Reso inutilizzabile la segnaletica di divieto di accesso". Nello specifico, in via Calzaiuoili, Clet aveva apposto uno dei suoi adesivi raffigurante in questo caso un uomo stilizzato che beve a un ipotetico bancone rappresentato dalla striscia bianca su sfondo rosso del divieto di accesso. Clet ha apposto nella giornata di venerdì diversi dei suoi adesivi. Su segnali stradali tutti ad altezze considerevoli. Per questo ha utilizzato una scala, che ha portato con sé in giro per il centro storico. 

I vigili urbani hanno visto le manovre e sono intervenuti, in questo modo assolvendo in pieno al loro dovere nel sorvegliare la cosa pubblica. Ne è nato un battibecco, che non è mai trasceso ma che è sempre rimasto nei canoni della civiltà. Clet ha rifiutato la multa, sulla quale è scritto, come si legge sempre dal verbale, "imbrattava la segnaletica stradale". "Io non imbratto. Non mi sognerei mai di insultare un vigile urbano e dunque gli agenti non devono insultare me. Non sto imbrattando ma le mie opere hanno un valore". 

La multa è stata di 40 euro, che diventano 29 se verrà pagata entro i canonici cinque giorni. Ma l'opera "creata" stamani da Clet potrebbe già valerne duemila. 

La vicenda rappresenta l'eterna contrapposizione tra street art e tutela della cosa pubblica: un movimento che ha esponenti anche molto importanti, con opere quotate a livello altissimo come quelle del celebre Banksy. Ma per la legge, come si sa, colorare le pareti dei palazzi o intervenire sui cartelli stradali non è lecito. 

Le opere di Clet sono conosciute in molte parti d'Europa. E durante la mattinata in cui La Nazione ha raccontato la vita di Clet non sono state poche le persone che lo hanno fermato chiedendogli una foto. I prezzi delle opere di Clet sono in alcuni casi anche piuttosto alti. Un divieto di accesso modificato con un uomo stilizzato che "scolpisce" la striscia bianca è quotato 2690 euro sul web. Stessa cifra o poco più per un divieto di sosta in cui la striscia rossa obliqua diventa una cintura che si apre. 

"C'è stata una vicenda giudiziaria relativa alla mia arte ma sono stato assolto - dice Clet - Con le mie opere voglio far riflettere ma non sono né un imbrattatore né un vandalo. Le modifiche che faccio sono create con degli adesivi che possono essere tranquillamente tolti. Inoltre non modifico i cartelli stradali, semmai li abbellisco". Una diatriba che va avanti da tempo e che in via Calzaiuoli ha visto nascere una nuova puntata.