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Multe Firenze, il Comune replica: "Andare a 56 km/h davanti a un autovelox è distrazione"

L'assessore comunale alla Mobilità Stefano Giorgetti risponde alle accuse di Matteo Renzi: "Le postazioni che misurano la velocità sono le stesse che avevamo nel 2010"

Firenze, 11 ottobre 2022 - Non si fa attendere la replica del comune alla polemica sulle multe a Firenze, scatenata da un articolo de La Nazione. Dopo le accuse di Italia Viva e del leader Matteo Renzi che parla di "multicidio" in città, in una dichiarazione alla stampa l'assessore comunale alla Mobilità Stefano Giorgetti risponde che "la polemica sulle multe continua non considerando che ogni sanzione è emessa per aver superato i limiti di velocità. Si sposta il problema dal superamento dei limiti al numero delle multe. Se la velocità massima consentita è 50 km/h non si deve superare indipendentemente dai controlli. Detto questo, non si multa chi va a 51 km/h, ma chi procede ad almeno 56 km/h avendo una riduzione pari al 5% con un minimo di cinque chilometri prevista dal regolamento di attuazione del codice della strada. Questo prevede la norma nazionale, non l'amministrazione comunale di Firenze". 

"Gli incidenti - ha aggiunto l'assessore - sono causati dalla velocità ma anche dalla distrazione e probabilmente andare a 56 km/h davanti a un autovelox è distrazione. Le postazioni che misurano la velocità alcentro della polemica attuale sono le stesse che avevamo nel 2010, quando guidava l'amministrazione chi oggi protesta. Noi concordiamo con quanto asserviva la sua amministrazione, ovvero che gli apparecchi in servizio a Firenze sono stati collocati nelle strade dove si sono registrati gravi incidenti". 

Giorgetti ha poi aggiunto: "Anche noi nei prossimi giorni lavoreremo per dare maggiore visibilità al limite di velocità e alle postazioni, perché concordiamo che questi apparecchi svolgono una fondamentale azione per la sicurezza degli utenti della strada. E siamo d'accordo anche con quanto asserviva l'amministrazione nel 2010 sull'importanza indiscutibile degli autovelox per la sicurezza stradale. Proprio in quegli anni - ha concluso Giorgetti - partiva la grande campagna sull'omicidio stradale".