Firenze, 18 febbraio 2024 – Controlli, divieti di sosta, autovelox, rilevatori di velocità, sono tutti strumenti utilizzati in piccole e grandi città per garantire la sicurezza stradale. Ma alla fine dei conti, quante sono le multe?
Nel 2023 famiglie e privati cittadini hanno pagato 1 miliardo e 535 milioni di euro in multe stradali ai Comuni, con un aumento del 6,4% sull'anno prima e del 23,7% sul 2019. Anche al netto dell'inflazione, l'aumento rispetto all'anno pre-Covid è del 6,9%. I dati sono riportati oggi dal Sole 24 Ore che parla “boom di multe” e rielabora i dati del sistema telematico del ministero dell'Economia (il Siope) che censisce tutti i movimenti delle casse nelle Pubbliche amministrazioni. Le sanzioni sono una realtà soprattutto nel Centro-Nord (84,3% del totale), e crescono soprattutto nei centri medio-piccoli, che registrano aumenti di oltre il 50% sul 2019. Tra le città primeggia Firenze. Le spiegazioni - spiega il quotidiano - sono più di una: più spostamenti, più controlli, più infrazioni e strumenti più rapidi di riscossione e una robusta dose di inflazione. La distribuzione degli incassi aiuta a dettagliarne alcune. La corsa, prima di tutto, è stata nettamente più intensa nei Comuni piccoli e medi, mentre nelle città maggiori le cifre appaiono più stabili.
La fotografia del Sole 24 Ore dell’anno scorso evidenzia poi nella classifica degli incassi pro capite, per le città maggiori, il dominio di Firenze: i 198,6 euro pro capite in realtà sono in linea con il dato del 2022, ma sono il frutto di un balzo dell'85,5 per cento rispetto al 2019, quando Palazzo Vecchio incassò 38,7 milioni contro i 71,8 milioni dello scorso anno.
Il dato fiorentino è in controtendenza rispetto a quello delle altre metropoli, che da Milano a Roma hanno registrato l'anno scorso un arretramento sia rispetto al 2022 sia sul 2019 (la flessione rispetto ai due anni di riferimento è dell'11,7 e del 19,1% nella Capitale, e del 3,7% e 12,5% a Milano). Bologna con i suoi 81,5 euro pro capite occupa l'11esimo posto nella classifica dei capoluoghi in termini di incassi per abitante, con un aumento del 12,1% sul 2022 e del 6,8% sul 2019, in una dinamica quindi più moderata rispetto a quella complessiva.
Sui dati, che come detto si riferiscono agli incassi effettivi, incide però in modo forte la variabile collegata alla capacità di incassare le multe che si fanno. Proprio questo è l'aspetto che plasma in modo più forte la geografia delle multe, decisamente concentrata a Nord dove si paga l'84,3% dei verbali; solo il 15,7% è fra Sud e Isole, dove però abita il 34,5% degli italiani. Nel Mezzogiorno la media si oscilla fra i 10,3 euro pro capite delle Isole e i 13 euro del Sud continentale, cioè circa tre volte sotto i livelli del Centro Nord. I dati delle città aiutano a svelare l'arcano: a Bologna l'anno scorso è stato incassato il 63,7% dei verbali dell'anno, a Milano il 53,6 e a Firenze il 51,9%, mentre lo stesso indicatore crolla al 14% a Napoli e al 12,2% a Palermo. Allargando lo sguardo agli arretrati (in «conto residui» nel linguaggio tecnico), il rapporto fra accertamenti e introiti va dall'82% di Bologna al 40% di Napoli, giù fino al 21% di Palermo: dove quindi le multe, che siano nate per contrastare la sosta selvaggia o gli eccessi di velocità, restano inefficaci in ogni caso.
Ci sono poi i municipi più piccoli, quelli che non arrivano a 10mila abitanti, che hanno incassato lo scorso anno 238,6 milioni di euro, con impennate che in quattro anni viaggiano intorno al +50% per arrivare al +59,7% nella fascia fra 2 e 5mila abitanti. Quando le dimensioni del Comune crescono - spiega il Sole 24 Ore - i numeri diventano meno vivaci, e il confronto quadriennale indica un +27,3% fra 60mila e 250mila abitanti e una sostanziale stasi (+3,3% fra 2019 e 2023) nelle città maggiori, che quindi non hanno tenuto nemmeno il ritmo dei prezzi.
La spinta maggiore non pare arrivare dai divieti di sosta, fenomeno ovviamente marginale nei centri più piccoli, per cui i riflettori si spostano in particolare sugli autovelox. L'accusa è sempre la stessa, ed è quella rivolta ai piccoli Comuni che farebbero «cassa» con i rilevatori di velocità, e inevitabilmente i dati pro capite si impennano quando un controllo è collocato su una strada molto frequentata nel territorio di un piccolo Comune. È il caso per esempio dell'autovelox al Passo di Giau, sulle Dolomiti ampezzane, la cui distruzione a inizio gennaio ha attirato le attenzioni delle cronache nazionali sul tema.
L'anno scorso il Comune di Colle Santa Lucia ha incassato alla voce multe 747.094,42 euro, che fanno 2.159 euro per ciascuno dei 346 abitanti del piccolo centro. Si tratta di un dato 83 volte più alto della media nazionale, ma è ovvio che a pagare sono i turisti che si affollano tra Selva di Cadore e Cortina d'Ampezzo e spesso, soprattutto in moto, sfrecciano ben oltre i 50 all'ora del limite previsto su quella strada di montagna.