Firenze, 24 febbraio 2024 - Si aprono le porte del MAD: il Murate Art District di Firenze, che quest'anno festeggia il decimo anniversario della sua nascita, ha ospitato mercoledì 23 ottobre una conferenza dal titolo “L’arte che cura: evidenze scientifiche su arte e benessere, e azioni programmatiche del Welfare culturale”.
La presentazione dell’evento
L’incontro è stato aperto dalla dottoressa Elena Pianea, esperta di politiche culturali, dalla professoressa Maria Michela Del Viva, docente di Psicologia generale all’Università di Firenze e direttrice scientifica della conferenza, e dalla dottoressa Valentina Gensini, direttrice artistica del Murate Art District. Le tre relatrici hanno introdotto il tema centrale dell’evento, ovvero l’esplorazione del legame tra arte e neuroscienze, con particolare attenzione a come l’esperienza artistica possa influire positivamente sul benessere psicofisico delle persone.
Gli interventi scientifici
Moderata dalla professoressa Del Viva, la conferenza ha visto la partecipazione di illustri esperti internazionali nel campo della neuropsicologia e delle neuroscienze cognitive.
Zaira Cattaneo, docente di Neuropsicologia e Neuroscienze Cognitive presso l’Università di Bergamo, ha aperto la serie di interventi. La sua presentazione si è concentrata sulle evidenze scientifiche che dimostrano come l'arte visiva possa stimolare il cervello, influenzando non solo la percezione estetica, ma anche la sfera emotiva e cognitiva. Ha inoltre approfondito il ruolo della creatività nell’attivazione delle aree cerebrali legate all'empatia e alla resilienza.
Elvira Brattico, docente di Neuropsicologia e Neuroscienze Cognitive presso il Center for Music in the Brain dell’Università di Aarhus in Danimarca e docente all’Università di Bari, ha presentato studi innovativi sugli effetti della musica sul cervello. Ha illustrato come l’ascolto della musica possa ridurre i livelli di stress, migliorare l’umore e contribuire al recupero psicofisico, evidenziando il potenziale terapeutico della musica all'interno delle pratiche di welfare culturale.
Nicola Bruno, Professore di Psicologia Generale all’Università di Parma, ha chiuso la sessione con un intervento che ha approfondito le interazioni tra arte e percezione visiva. Bruno ha mostrato come l’arte possa modificare il modo in cui percepiamo il mondo, influenzando i meccanismi di elaborazione delle informazioni visive nel cervello. La sua ricerca ha suggerito che l’arte può agire come strumento di allenamento cognitivo, migliorando la capacità di attenzione e di memoria visiva.
Il futuro del welfare culturale
Durante il dibattito, i relatori hanno sottolineato l’importanza di promuovere programmi che integrino arte e cultura nei contesti di cura e benessere sociale. La dottoressa Pianea ha sottolineato come il welfare culturale debba essere riconosciuto come un pilastro delle politiche sociali future, con azioni programmatiche che coinvolgano istituzioni culturali e sanitarie. È stato inoltre evidenziato il ruolo chiave di iniziative come quella del Murate Art District, che da dieci anni si impegna nella promozione della cultura come strumento di rigenerazione urbana e benessere collettivo.
Conclusioni
L’evento ha fornito nuove prospettive su come l’arte possa diventare un elemento centrale nelle strategie di benessere psicofisico e welfare sociale. Gli interventi scientifici hanno evidenziato il potenziale terapeutico delle esperienze artistiche, contribuendo a costruire un dialogo interdisciplinare tra arte, scienza e politiche pubbliche.
Andrea Mascellani