I luoghi della cultura della Direzione regionale musei della Toscana resteranno aperti per queste festività. Turisti e fiorentini potranno visitare molti musei nelle giornate del 24 e 26 dicembre e 5 (con ingresso gratuito in quanto prima domenica del mese) e 6 gennaio. E per Capodanno? Il Ministero della Cultura ha proposto l’apertura straordinaria per tutti gli statali nella giornata del primo gennaio. Quindi a Firenze l’invito è rivolto alle Gallerie degli Uffizi, Galleria dell’Accademia, museo nazional del Bargello, Opificio delle Pietre Dure e Ville Medicee. Ma la Funzione Pubblica Cgil non ci sta e respinge al mittente la proposta.
"Non riteniamo di sottoscrivere tale proposta: la carenza di personale negli istituti del Ministero a Firenze è tale che è necessario dare un segnale, non si può più continuare a far finta che tutto vada bene" si legge nella nota del sindacato. Che poi snocciola i numeri di tali carenze. "Alle Gallerie dell’Accademia, agli Uffizi e ai Musei del Bargello, per esempio, manca circa il 50 per cento del personale che dovrebbe esserci, perché nonostante i concorsi banditi si rinuncia a prendere servizio, per gli stipendi bassi e l’alto costo della vita" continua il sindacato specificando che "si parla di dipendenti diretti del Ministero, assistenti amministrativi e alla vigilanza". Secondo la Fp Cgil il quadro "è aggravato dal continuo aumento dei flussi di turisti, che provocano un incremento sempre più insostenibile dei carichi di lavoro per il personale".
Il sindacato, quindi, ricorda che "viviamo in una città dove l’eccesso di turismo di massa ‘consuma’ territorio e beni culturali e redistribuisce ricchezza solo in un pezzo della città, mentre non si investe nei lavoratori impiegati nei settori della cultura e dei beni culturali, ma anzi si chiede loro continui sacrifici". Per questi motivi, e anche alla luce della necessaria volontaria adesione dei dipendenti a questa apertura straordinaria, "non sottoscriviamo a livello locale – conclude la Fp Cgil Firenze – gli accordi propostici e chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori di non dare la propria adesione a questa ulteriore apertura".
Barbara Berti