
Musei, tutti pazzi per herr Eike Il British lo corteggia, Napoli lo tenta Il futuro di Schmidt dopo gli Uffizi
di Olga Mugnaini
Alla Galleria degli Uffizi il ciclone Eike Schmidt sta programmando attività come se davanti a sè avesse altri quattro anni, invece che pochi mesi alla guida dell’ammiraglia dei musei italiani. Ma in realtà il rinnovo da direttore non pare proprio possibile, visto che il nuovo bando per le maggiori gallerie statali vieta il rinnovo a chi ha già svolto due mandati. Ma per lo storico dell’arte tedesco potrebbero aprirsi orizzonti al di là della Manica. Sembra infatti che il celebre British Museum di Londra potrebbe aver bisogno di Schmidt, specialmente dopo le disgrazie capitale all’attuale direttore in seguito alle incresciose vicende di furti di reperti dalle collezioni.
Dagli Uffizi non si conferma né si smentisce, anche se non è la prima volta che Schmidt guarda a incarichi fuori dal Belpaese, come accaduto con Vienna quattro anni fa, quando aveva praticamente firmato per la direzione del Kunsthistorisches.
E quindi, terminata l’avventura fiorentina, il British sarebbe per lui un’ occasione senz’altro di altissimo profilo e prestigio.
Ma davvero se ne andrà dall’Italia? Nonostante la sua avversione per l’esercito di stranieri alla guida dei nostri musei, in realtà il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, vede di buon occhio il direttore degli Uffizi. Che si dice vedrebbe bene anche nella sua Napoli, magari per rilanciare Capodimonte.
Al momento Schmidt non ha fatto sapere se abbia presentato domanda per il concorso che mette a gara anche il museo partenopeo, tra l’altro con una collezione simile a quella degli Uffizi. Altra soluzione per lui potrebbe essere l’attesa di un altro anno e concorrere per il posto della collega Cecilie Hollberg alla Galleria dell’Accademia, che sarà accorpata col Bargello e Cappelle Medicee. Ma le novità fiorentine e toscane non sono finite. A breve il ministero pubblicherà un nuovo bando per altri cinque istituzioni che stanno per acquisire l’autonomia gestionale (come Uffizi, Accademia e Bargello), nell’ottica di una maggior valorizzazione.
Il primo che diventerà museo autonomo, anche se di fascia B, è il museo archeologico di piazza Santissima Annunziata, un fiore all’occhiello delle antichità secondo solo al Mann di Napoli, con una straordinaria collezione egizia che rivaleggia solo con Torino. Eppure è scarsissimamente visitato.
Arriverà poi un polo unico per riunire tutte le Ville Medicee, che daranno vita a uno straordinario percorso sul territorio regionale. Autonomia gestionale anche per il San Matteo di Pisa, i musei di Lucca e il parco archeologico della Maremma con Roselle in testa. Tutti musei per altrettanti direttori, in attesa di scoprire che siederà sullo scranno degli Uffizi.
"Grazie al ministro Sangiuliano su Firenze il cambio di marcia si è già visto - afferma Paolo Marcheschi, capogruppo al Senato della commissione cultura – E molto altro si farà. In particolare sto seguendo il progetto per una “cittadella medicea“, per riunire alcuni luoghi che raccontano la storia di questa nostra grande dinastia. Si tratta della chiesa di San Lorenzo, Palazzo Medici Riccardi, la Biblioteca Laurenziana e le Cappelle Medicee. Sono realtà gestite ognuna da un soggetto diverso, che invece avranno un biglietto unico e orari di visita armonizzati. Ciò ha il vantaggio di spostare anche almeno parte dei flussi turistici, attualmente concentrati attorno agli Uffizi e Accademia,e cercare di allungare la permanenza dei visitatori in città. Lo stesso vale per le Ville Medicee, che diventeranno un percorso a tutti gli effetti, portando un’offerta culturale in più fuori dal centro storico".