GIOVANNI
Cronaca

Museo del treno Così ritroveremo l’innocenza

Giovanni

Morandi

Un trenino elettrico? Ma vi sembrano tempi per pensare ai trenini elettrici? Sì, ci sembrano, ma bisognerà aspettare ancora un po’ per giocarci. Mancano sessanta giorni all’inaugurazione. E c’è da scommettere che quando il sindaco Nardella ha detto di non vedere l’ora di portare i propri figli a vederlo intendesse includersi nella compagnia per poter visitare il museo dei trenini elettrici. Un plastico sterminato (300 metri quadrati) dove tutto è piccolo ma sembra vero, con la riproduzione della stazione di Milano e di Berlino e 130 trenini in movimento, che si fermano, ripartono, che si scambiano i binari, suonano la sirena, poi c’è l’Orient Express e le locomotive a legna che sbuffano nuvole di vapore, e attorno paesaggi incantevoli e realistici come le Dolomiti. Per 300 metri quadrati che è come dire tre appartamenti di quattro stanze, tutti occupati da questo plastico. Dire che è una meraviglia è poco. E’ uno dei più grandi d’Europa e un invito a sognare, una gioia per l’innocenza e anche per quella persa. Un museo diverso, che mancava nella città dei musei più belli del mondo. L’indirizzo è piazza Ottaviani nello spazio dell’ex cinema Ariston a due passi dalla stazione. E’ una storia cominciata tanti anni fa e che ci porta al suo artefice, un nobile, sempre eccentrici questi nobili, ovvero il marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, uomo di grande fascino, nobiltà feudale normanna, grande viaggiatore fino a quando non giunse a Firenze dove si innamorò della donna della sua vita, Fiamma Ferragamo con cui visse in via de’ Serragli, che fu anche la strada di Antonio Meucci, l’inventore del telefono e dello scrittore americano Nathaniel Hawthorne, l’autore della “Lettera scarlatta”. A quel plastico il marchese cominciò a lavorarci quarant’anni fa, vedendolo ingrandire sempre di più e quindi dovendolo spostare dalla biblioteca di casa ad una più ampia sistemazione in una casa colonica e infine in un capannone industriale per poi portarlo nell’ex cinema. Il sogno del suo creatore era di farlo vedere al maggior numero possibile di persone e però purtroppo non ha fatto in tempo a realizzarlo ma il suo desiderio è stato comunque raccolto dai figli. E dunque: tutti in carrozza! Benvenuti nel neonato (apertura il 29 maggio) museo del treno, dove sarà possibile non solo vedere ma anche giocare. Benvenuti nella realtà che diventa fantasia.